Giorgio Armani ha chiesto di vendere il 15% a LVMH, Essilux o L’Oréal
STYLE
12 Settembre 2025
Articolo di
Michela Frau
Giorgio Armani ha chiesto di vendere il 15% a LVMH, Essilux o L’Oréal
Fedeltà, pragmatismo e amore per l’azienda. Quale sarà il futuro della Giorgio Armani? La risposta è custodita nei due documenti scritti dallo stilista piacentino e ora ufficialmente pubblicati, ennesima testimonianza di assoluta coerenza verso i principi che hanno guidato il suo lavoro. Entrambi recenti, il primo datato al 15 marzo e il secondo risalente a pochi giorni dopo, il 5 aprile, i due testamenti affidano il controllo della casa di moda alla Fondazione Giorgio Armani, istituita nel 2016 con l’obiettivo di pianificare il delicato momento della successione, che come espresso anche dallo stesso stilista nell’ultima intervista rilasciata al Financial Times, sarebbe stata graduale con «la consegna delle responsabilità che ho sempre ricoperto a chi mi è più vicino».
Non sorprende quindi che i grandi beneficiari dell’impero siano Leo Dell’Orco, la sorella Rossana con il figlio Andrea Camerana e le sue figlie, e le nipoti Silvana e Roberta, figlie del tanto amato fratello Sergio. Per quanto riguarda la gestione della casa di moda, al compagno e braccio destro di Giorgio Armani, già responsabile delle linee menswear, va il 40% dei diritti di voto, il 30% alla Fondazione, mentre il 15% a Silvia Armani e Andrea Camerana.
Se non stupisce quindi che con assoluta fedeltà e riconoscenza, Armani abbia affidato il controllo della sua azienda a chi da anni gli è vicino, quel che forse appare inaspettato è la volontà espressa dallo stilista di cedere in un futuro prossimo il 15% della sua azienda (una quota che aumenterà negli anni successivi), in apparente controtendenza con quel concetto di indipendenza a cui è rimasto sempre fedele. Tale scelta, tuttavia, altro non è che l’ultimo atto d’amore dello stilista verso la sua azienda, ulteriore dimostrazione della sua capacità di modificare e plasmare le sue idee in accordo con le esigenze del mercato attuale. Il tutto quindi, è finalizzato per garantire il futuro dell’azienda di moda nel rispetto dei principi cardine del suo DNA.
Armani infatti, anche in questo caso non ha lasciato nulla al caso, indicando esplicitamente quali dovranno essere i futuri partner. «Decorsi 12 mesi ed entro i primi 18 dalla data di apertura della successione, la Fondazione ha l’onere di cedere una partecipazione del 15%» in via prioritaria ad uno tra il gruppo LVMH, EssilorLuxottica, L’Oréal o ad altra società operante nel mondo della moda di pari standing, con cui la Giorgio Armani collabora. A decidere sarà anche qui la Fondazione con l’accordo di Dell’Orco. Ma non è finita qui, secondo le volontà dello stilista a decorrere dal terzo ed entro il quinto anno dalla data di apertura della successione, la Fondazione dovrà cedere un ulteriore 30% fino a un massimo del 54,9% (quota che sommata al precedente 15%, affiderebbe il 70% nelle mani del futuro acquirente). L’operazione consente tuttavia alla Fondazione di mantenere una quota minoritaria, a cui va il compito di salvaguardare lo stile che ha reso Armani grande nel mondo.
Nel caso non venisse trovato il giusto acquirente, il testamento contempla anche l’ipotesi della quotazione in Borsa. A partire dal terzo anno dalla successione, il debutto dovrà avvenire con l’approvazione di Dell’Orco o di almeno uno tra Andrea Camerana e Silvana Armani; qualora però non si raggiungesse un accordo, come riporta il Corriere della Sera, l’azienda approderà in Borsa in ogni caso dal quinto e entro l’ottavo anno, con l’assoluta certezza che la Fondazione mantenga il 30% del capitale sociale. D’altronde, già in occasione del suo novantesimo compleanno, in un’intervista rilasciata a Bloomberg, Armani dichiarò: «L’indipendenza dai grandi gruppi potrebbe rappresentare anche in futuro un valore trainante per il Gruppo Armani, ma non mi sento di escludere nulla. Ciò che da sempre caratterizza il successo del mio lavoro è la capacità di adattarmi ai tempi che cambiano». Una capacità, ancora una volta, confermata.
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