La storia della Royal Suite di Gucci nell’hotel Savoy di Londra
STYLE
29 Settembre 2025
Articolo di
Valentina AlfaranoLa storia della Royal Suite di Gucci nell’hotel Savoy di Londra
Ci sono incontri che segnano un destino. Per Guccio Gucci, quell’incontro avvenne nel cuore di Londra, alla fine dell’Ottocento, dietro le porte scintillanti del Savoy Hotel. Era il 1898 quando, a soli diciassette anni, il giovane fiorentino decise di lasciare la sua città in polemica con il padre e con un futuro che gli pareva già scritto. Dopo una breve parentesi parigina, approdò nella capitale inglese e trovò lavoro come facchino in quello che era considerato il più moderno e prestigioso hotel della città.
Londra, in quegli anni, era il centro nevralgico di un impero cosmopolita. Al Savoy transitava la crème internazionale: aristocratici, artisti, uomini d’affari. A Guccio fu affidata la gestione dell’ascensore, una cabina rossa soprannominata “la stanza che sale”. Lì osservava, con discrezione, gli ospiti e i loro bagagli – firmati dalle migliori maison londinesi – che diventavano per lui una rivelazione.
Valigie raffinate, cappotti impeccabili, piccoli gesti di eleganza quotidiana: tutto contribuì ad affascinare e formare il gusto di un ragazzo che imparava a leggere lo stile come un linguaggio. Quell’esperienza gli insegnò che il lusso era attenzione ai dettagli e capacità di interpretare i desideri di un cliente. Nel 1921, aprendo a Firenze la sua bottega, sapeva già cosa voleva offrire: più di semplici accessori, compagni di viaggio per sofisticati.
Un secolo più tardi, nel 2021, il cerchio si è chiuso. Per celebrare i cento anni della maison, nel 2021 il Savoy ha trasformato la Royal Suite in un omaggio a Gucci. Situata al quinto piano, affacciata sul Tamigi, offre 260 metri quadrati di spazi con vista spettacolare. Ciò che colpisce, però, è l’atmosfera: un ambiente che fonde l’eleganza storica del Savoy con la creatività della maison.
Il percorso si apre come in una residenza privata: un soggiorno pensato per l’accoglienza, che conduce a una sala da pranzo intima e luminosa. Lo spogliatoio, rivestito in cedro, custodisce armadi imponenti e profumati, mentre la camera padronale è dominata da un letto a baldacchino con materasso artigianale Savoir, simbolo di un comfort che non conosce compromessi. Nel bagno, il marmo verde disegna superfici scultoree e accoglie una vasca free-standing rivolta verso il Tamigi: qui il relax diventa spettacolo, una magia sospesa tra intimità e panorama.
Gli interni riflettono il segno di Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci dal 2015 al 2022: arredi della collezione Gucci Décor dialogano con velluti intensi, tappezzerie dai motivi botanici e dettagli dorati. Christie’s ha curato la selezione di opere d’arte e antiquariato, tessendo un intreccio sottile tra radici storiche e visione creativa, per dare vita a un insieme che è racconto e scenografia al tempo stesso.
La vera cifra della suite, però, è racchiusa nei suoi rituali. Dall’aperitivo con cocktail italiani serviti al bar privato a una cena riservata con chef dedicato, fino ai gesti che definiscono la discrezione del lusso: un fiore fresco in camera, un capo pronto e stirato al rientro, una bottiglia di champagne pronta ad accogliere l’ospite. A orchestrare tutto c’è un butler personale, discreto e onnipresente, capace di aprire le porte della città o di predisporre un bagno aromatico su misura.
La Royal Suite di Gucci è un manifesto di lusso contemporaneo. Là dove un ragazzo di diciassette anni scoprì la bellezza, oggi gli ospiti rivivono quell’ispirazione trasformata in esperienza. Un ponte tra passato e presente che racconta come il Savoy e Gucci abbiano scritto – insieme – un capitolo unico della cultura del lusso.
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