Sembra la Luna ma è Lanzarote: la viticoltura eroica di La Geria
LIFESTYLE
20 Ottobre 2025
Articolo di
Redazione
Sembra la Luna ma è Lanzarote: la viticoltura eroica di La Geria
Dimenticate i metodi di viticoltura tradizionali: nessun filare, nessun innesto o terreno argilloso. Solo una distesa di coni vulcanici costituiti da roccia e cenere che configurano uno scuro paesaggio lunare unico nel suo genere. Ci troviamo nella regione di La Geria, una delle zone più suggestive di Lanzarote (e forse del mondo), nelle Isole Canarie: in questo contesto paesaggistico la vite da oltre 300 anni viene coltivata dentro profonde buche a imbuto scavate a mano e delimitate da muretti circolari, crescendo bassa a cespuglio.
IG: @ludo_ninzo
Una pratica storica nata per necessità: nel 1730 iniziò infatti un periodo difficile per Lanzarote, che in sei anni mutò profondamente il suo aspetto a causa dell’attività vulcanica che devastò il paesaggio ricoprendolo con lava, detriti e una coltre nera di cenere e lapilli, facendo fuggire i suoi abitanti. I campesinos più coraggiosi che ritornarono sull’isola trovarono le loro coltivazioni di cereali distrutte e furono costretti a ingegnarsi, scoprendo che l’unica pianta che poteva sopravvivere a un territorio divenuto così ostile era proprio la vite.
IG: @ludo_ninzo
Iniziarono così a scavare, trovando nel “picòn”, termine utilizzato per indicare un terreno composto da sabbie e lapilli di origine lavica, un alleato in grado di trattenere l’acqua e l’umidità in profondità per poi restituirla alla pianta nel momento del bisogno, facendo fronte alla scarsità di piogge e all’aridità del terreno, arricchendola inoltre di sostanze minerali e calore dei raggi solari assorbiti.
Nell’isolamento dell’isola trovarono poi un secondo alleato in grado di tenere le radici della pianta lontane dalla fillossera (malattia che in quegli anni aveva flagellato la maggior parte delle viti europee) senza bisogno di innesti americani. Infine, nella consistenza della pietra lavica con cui vennero costruiti i muretti individuarono un riparo sicuro per proteggere le coltivazioni dalle correnti dei venti Alisei.
IG: @asialasowska
Una storia di rinascita che mette in luce un vero e proprio esempio di viticoltura eroica, quella pratica di coltivazione che avviene in condizioni estreme e proibitive nel mondo, e che ancora oggi continua a rappresentare un tassello fondamentale per raccontare l’identità dell’isola.
IG: @geosteinmetz
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