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25 Novembre 2025

Articolo di

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Michela Frau

La storia controversa del profumo Champagne di Yves Saint Laurent

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25 Novembre 2025

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Michela Frau
Yves Saint Laurent Champagne Profumo Yvresse
Globo foto/ZUMAPRESS.com via Alamy

La storia controversa del profumo Champagne di Yves Saint Laurent

Nel Natale del 1993 erano 80 i nuovi profumi tra i quali si poteva scovare il perfetto, tra i più classici e sempre apprezzati, regali natalizi. Tra questi, però, uno in particolare rubò la scena, e non solo per le sue note dolci e fruttate, sapientemente bilanciate dal rinomato naso Sophia Grojsman. Accanto all’Eau d’Issey di Issey Miyake, a Escape for Men di Calvin Klein, a Polo Sport di Ralph Lauren e a Giò di Giorgio Armani, tra gli scaffali delle profumerie fu una particolare boccetta disegnata da Joël Desgrippes e ispirata al bouchon, con annessa gabbietta in metallo, firmata Yves Saint Laurent, ad attirare l’attenzione.

Il profumo si chiamava Champagne, piccolo (ma non proprio irrilevante) dettaglio che diede inizio a una disputa che rappresentò l’ennesimo capitolo, dopo Opium, della complessa ma sempre fortunata storia dei profumi della maison francese.

«For light, happy, and bubbly women», recitava il claim della fragranza che, già prima di arrivare sugli scaffali nel settembre di quell’anno, fin dalla sua presentazione avvenuta pochi mesi prima, scatenò il dissenso dei produttori del celebre vino originario di quella circoscritta regione della Francia. «Il profumo non è Champagne», titolava all’epoca il New York Times, raccontando della causa intentata dal Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, che accusava la maison di aver violato la denominazione di origine protetta del celebre vino, danneggiandone l’immagine.

Diametralmente opposta la posizione di Pierre Bergé: «Sono convinto che per una maison del calibro di Saint Laurent chiamare un profumo Champagne sia il massimo aiuto possibile e non possa che accrescere la sua immagine nel mondo», affermò con fierezza.

Per celebrare il suo lancio, la maison arruolò persino Robert Goossens, celebre orafo che realizzò per l’occasione una collana in maglia di bronzo ornata da otto perle in cristallo di rocca, con un pendente, ovviamente, a mo’ di flaconcino identico a quello del controverso profumo, dotato di un tappo rimovibile che ne consentiva il riempimento. In soli tre mesi Champagne di Yves Saint Laurent era il profumo più venduto in Europa.

Eppure il tribunale si schierò dalla parte dei produttori francesi dello spumante, vietando, dalla fine dello stesso anno, la vendita del profumo Champagne (prima in Francia, poi nel resto dei Paesi entro il 1999). Quella fragranza dalle note di pesca, albicocca e menta continuò a venir prodotta, ma fu costretta a cambiare nome e a virare verso una versione che si rivelò forse più geniale dell’originale. Dal 1996 Champagne fu rinominato con un gioco di parole che combinava il nome Yves al termine che in francese significa «ebbrezza». Nasce così Yvresse, che ancora oggi è disponibile sugli scaffali delle profumerie, in attesa di essere scelto tra i possibili – e sempre apprezzati – regali di Natale.

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