Hermès non si ferma. A dispetto degli altri grandi nomi del lusso, provati dal calo della domanda e da una situazione geopolitica tutt’altro che rosea – esclusi Brunello Cucinelli e Moncler, che hanno chiuso il primo trimestre con il segno più – la maison francese continua a correre.

I risultati del primo trimestre del 2025 confermano la sua forza, con un fatturato che tocca quota 4,1 miliardi di euro, grazie a un aumento del 7%. Tutti i mercati sono in crescita: in testa il Giappone, con vendite a +17%, seguito da Francia ed Europa, rispettivamente in aumento del 14% e del 13%.

E in crescita – ad esclusione della divisione watches – sono anche tutte le divisioni del brand, con le vendite della pelletteria, fiore all’occhiello della maison, che segnano un +10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

«In un contesto complesso, la maison rafforza più che mai i propri fondamentali: la qualità senza compromessi, la creazione al centro di ogni sviluppo e l’integrazione verticale, garanzia di tutela dei saperi artigianali d’eccellenza», ha commentato Axel Dumas, direttore generale di Hermès, che per il futuro ha piani ben precisi. Dal potenziamento della capacità produttiva, con l’inaugurazione prevista per quest’anno della manifattura di L’Isle-d’Espagnac, fino a una precisa politica sull’aumento dei prezzi, strumento per contrastare i dazi imposti da Trump, e che per quanto riguarda il mercato degli Stati Uniti, verranno ritoccati al rialzo a partire dal primo maggio.

Risultati quindi decisamente straordinari, impossibili da non paragonare con quelli sottotono di LVMH. Le vendite del colosso di Bernard Arnault sono infatti calate del 2% nei primi tre mesi dell’anno, e in particolare i fashion brand hanno messo a segno una performance debole (-4%), il che, all’indomani della diffusione delle trimestrali, ha portato al crollo delle azioni alla Borsa di Parigi. E così, per la prima volta nella storia, la market cap di Hermès ha superato quella di LVMH, rendendo la maison celebre per le sue borse iconiche la prima al mondo per valore.

Un valore, pur relativo a un unico brand, che (sia pure per poco tempo) ha superato la somma delle 75 maison controllate dall’uomo più ricco d’Europa. Uno smacco per Monsieur Arnault, che nel 2010 tentò di rilevare Hermès acquistando un pacchetto azionario del 14,7%, con l’intenzione di acquisirne man mano il controllo. Inutile dire che il progetto non andò in porto, e il marchio è ancora oggi saldamente nelle mani della famiglia fondatrice.

«Ci pungola giustamente a dover fare molto meglio», ha dichiarato Toni Belloni presidente di LVMH Italia, secondo quanto riportato dall’Ansa, a seguito del temporaneo sorpasso di Hermès nella capitalizzazione di mercato. La gara è quindi aperta.