Tiffany Setting, una promessa d’amore eterno
ACCESSORIES
11 Giugno 2025
Articolo di
Camilla BordoniTiffany Setting, una promessa d’amore eterno
Nelle epiche storie e nelle grandi rivoluzioni, quelle che meritano di essere ricordate e raccontate, c’è sempre un prima e un dopo. Nella moda ci sono stati tanti episodi di questo genere ma nel mondo dei preziosi uno degli oggetti che più ha segnato la narrazione dei gioielli è senza ombra di dubbio l’anello Tiffany Setting. Non un semplice ring, ma un simbolo, una promessa, il manifesto per eccellenza di quell’eterno amore che, volente o nolente, viene alimentato dal motto “Un diamante è per sempre”. Insomma è l’anello a cui tutti direbbero sì e la sua storia ne è la dimostrazione.
Nato nel 1886 da un’intuizione di Charles Lewis Tiffany, il fondatore della maison americana che da allora si guadagnò l’appellativo di “Re dei diamanti”, il Tiffany Setting fu non solo l’ennesimo gesto commerciale in grado di rendere esplicito il fidanzamento, ma anche un “accessorio” rivoluzionario. Fino a quel momento infatti gli anelli prevedevano il diamante montato a castone (ovvero incorporato nella montatura, ndr), Tiffany & Co. invece brevettò un nuovo modello di design pensato per esaltare la pietra, e non per nasconderla timidamente.
Quello che Charles Lewis osò fare fu sollevare la gemma al di sopra della fedina e racchiuderla in 6 sottili griffe, permettendo alla luce di attraversarla e di moltiplicarne lo splendore. Un colpo di genio minimalista, questo, che trasformò per sempre il concetto di anello di fidanzamento. Insomma, se esistesse un equivalente prezioso del little black dress, quello sarebbe sicuro il Setting.
Dalla sua invenzione e commercializzazione, possiamo dire che quasi nessun altro anello ha saputo incarnare con la stessa potenza il concetto di promessa d’amore come impegno eterno. D’altronde nessun altro brand ha avuto la stessa capacità visionaria di costruire attorno a quel piccolo oggetto lussuoso una specifica ma lineare mitologia che fa sì che ogni anno parecchi consumatori varchino le porte vetrate di Tiffany&Co, per poi uscirne con il loro sacchetto contenente l’iconica blu box.
In sostanza, il Tiffany Setting è diventato sinonimo della Proposta con la “P” maiuscola e il coup de théâtre finale lo ha dato il suo team marketing con adv che abilmente giocavano con l’amore, sfruttando però una comunicazione degna del concept “less is more”. Perché in fin dei conti le cose semplici, sono anche le più facili da ricordare.
Oggi, a quasi 140 anni di distanza dalla sua creazione, il Tiffany Setting ha subito anche qualche rivisitazione, come quella realizzata con Pharrell, ma in generale è rimasto fedele a sé stesso. Moderno nella sua silhouette ed eterno nella sua essenza, come d’altra parte lo è il giuramento che rappresenta. E non solo quello d’amore, ma anche quello di qualità perché solo lo 0,04% dei diamanti passa i severi controlli della maison, che così garantiscono sia un taglio “triple excellent”, sia il valore etico “conflict-free”.
Nel 2016, per il centotrentesimo anniversario, il marchio presentò la campagna I will che aveva come protagonisti i suoi artigiani intenti proprio nella lavorazione del Tiffany Setting. L’obiettivo era ribadire che «There’s a difference between quality and Tiffany quality». Chissà quindi chi saranno i modelli per la prossima ricorrenza, intanto comunque il messaggio della gioielleria americana è chiaro e cristallino: al mondo qualcosa di perfetto c’è e i più fortunati lo portano al dito.
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