Sul Viale dei Cipressi di Bolgheri, dove il fascino incontra la poesia
LIFESTYLE
31 Agosto 2025
Articolo di
Eleonora Sergi
Sul Viale dei Cipressi di Bolgheri, dove il fascino incontra la poesia
Ci sono strade che valgono un viaggio. Il Viale dei Cipressi di Bolgheri — nel comune di Castagneto Carducci, tra le colline della campagna livornese – è una di quelle: una lama d’asfalto che corre diritta dall’Oratorio di San Guido al centro storico del borgo, fiancheggiata da oltre 2.400 cipressi secolari. Lo sguardo segue il tracciato che si perde lontano, un percorso che non è mai davvero piatto ma pulsa in lievi pendenze, rendendo ancora più cinematografico l’ingresso a Bolgheri. È la scenografia che Giosuè Carducci rese immortale nella sua Davanti a San Guido, ed è ancora oggi il modo più evocativo per entrare in uno dei distretti del vino più suggestivi d’Italia.
Il Viale dei Cipressi è una strada provinciale aperta al traffico: si percorre in auto, in moto o – meglio ancora – in bici, rallentando per godersi la prospettiva “in duplice filar”, simbolo del paesaggio bolgherese. Il suo lunghissimo rettilineo affonda le radici nell’Ottocento, quando la ricostruzione della via Regia portò alla creazione di nuove strade per collegare i borghi dell’entroterra. Tra queste nacque lo stradone di San Guido, che il conte Guido Alberto della Gherardesca decise poi di incorniciare con due fitte quinte di cipressi, trasformandolo in un autentico emblema del territorio.
Johannes Hulsch
L’allée introduce inoltre ad una denominazione giovane ma di enorme rilevanza. La DOC Bolgheri nasce nel 1994 e ha progressivamente definito uno stile basato soprattutto su varietà internazionali (Cabernet, Merlot, Syrah) accanto a vitigni autoctoni. Nel 2013 Sassicaia ottiene una denominazione propria, la DOC Bolgheri Sassicaia, portabandiera del territorio e caso unico in Italia dedicato a un singolo vino e alla sua tenuta. Per chi viaggia, ciò significa cantine dalla forte identità, tra architetture contemporanee e filari che corrono verso il mare.
Negli ultimi anni, a rendere questo luogo ancora più noto al grande pubblico è stata l’attivazione spettacolare sul viale stesso, che mette in scena il territorio e i suoi vini direttamente sulla strada di cipressi, con finalità di promozione e accoglienza. È la “Cena dei Mille” di Bolgheri DiVino, curata dalla Guido Guidi di Firenze e patrocinata dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, dalla Regione Toscana, e dal Comune di Castagneto Carducci.
Bolgheri DiVino
Proprio per la sua straordinarietà, la cena non è organizzata tutti gli anni, ma solo in occasioni di particolare importanza per il Consorzio. È un episodio speciale del calendario locale, un appuntamento raro e suggestivo, ma qui è soprattutto lo spunto per ricordare che il paesaggio – più ancora dell’evento – è il vero attrattore. Una lunga tavolata apparecchiata sotto il cielo estivo celebra i vini della zona, ma più che un evento mondano, è un gesto di appartenenza: il brindisi diventa un tributo a un paesaggio che unisce comunità, enologia e bellezza naturale.
Tuttavia, ricondurre la notorietà di Bolgheri alla sola eccellenza vitivinicola sarebbe riduttivo: il suo paesaggio, con il viale come simbolo, è un patrimonio culturale e naturale che merita di essere protetto. La sua salvaguardia costituisce oggi un tema centrale. Nel 2025 la Tenuta San Guido e l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR hanno avviato un programma pluriennale di monitoraggio e cura contro le patologie che minacciano i cipressi (in primis il cancro corticale da Seiridium cardinale), con attività di ricerca, formazione e selezione di materiali più resistenti. Un progetto che guarda quindi alla protezione a lungo termine di questo “monumento verde”.
Qui la Toscana mette insieme, senza forzature, natura, fascino, letteratura e vino: si arriva per la via più ritratta, si resta per la qualità delle visite in cantina e per il carattere del paesaggio agricolo, con la certezza che il nuovo progetto di tutela del territorio sia una promessa di continuità per chi vorrà tornarci ancora.
Filippo Masoni
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