STYLE

4 Novembre 2025

Articolo di

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Camilla Bordoni

Il butterfly effect di Alexander McQueen

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4 Novembre 2025

Articolo di

Camilla Bordoni
Alexander McQueen butterfly farfalle

Il butterfly effect di Alexander McQueen

Il matematico e meteorologo Edward Lorenz ipotizzò che il battito d’ali di una farfalla potesse causare un uragano dall’altra parte del mondo. Questo concetto fa parte del butterfly effect e, sebbene sia stato formulato in relazione alla teoria del caos, può essere benissimo applicato seppur in maniera metaforica ad Alexander McQueen.

Non prendendo alla lettera l’assunto ovviamente, ma quell’insetto colorato che nel suo caso specifico causò davvero un tornado nel fashion system; perché ripreso e trasposto in tutte le sue forme e sfumature in abiti e accessori dai tagli audaci, dalle silhouette spigolose o delicate. Le farfalle per il designer sono state certamente un motivo ricorrente e profondamente simbolico nel suo lavoro. Così la fugace bellezza del transitorio nelle sue collezioni è stata cucita addosso al corpo della moda muovendosi come su un filo sulla passerella, tra vita e morte o libertà e costrizione.

È pur vero che dai primi anni McQueen usò la natura come matrice, eppure è proprio nella farfalla che si potrebbe trovare un totem di quella sua vita tragicamente finita prima del tempo. Il continuum della metamorfosi della sua cifra stilistica è stato poi preso in mano da Sarah Burton, che nella primavera-estate 2011 diede vita a un abito iconico, esposto anche dal Metropolitan Museum of Art di New York. Un “Ensemble” in piume finemente tagliate, tinte e dipinte a mano che ricreava il pattern della farfalla monarca. Un abito che in un certo senso ribadisce anche la maestria di Mcqueen e il suo lascito.

Una mitologica metamorfosi

La fascinazione di McQueen per l’icona della farfalla appare come un filo rosso nei suoi show: dal celebre headpiece realizzato insieme a Philip Treacy per la collezione La Dame Bleue SS 2008, alla grafica digitale di insetti-ali deforme nella sua ultima collezione Plato’s Atlantis SS 2010 dove le strutture butterfly-alienfied diventano paradisi di mutazione. Qui le farfalle non sono solo ornamenti: sono corpi in crisi, soglie di cambiamento, custodi di significati antichi e moderni.

Ma il richiamo estetico delle farfalle non si limita all’abito: McQueen lavorò questa creatura in ogni logica e stile. Cappelli-ali, corpetti rivestiti nelle forme, morfologie di insetti che diventano texture e accessori che esplorano la fascinazione dell’ala come statement. Vi ricorderete la postuma collaborazione con l’artista Damien Hirst, che nel 2013 diede vita a sciarpe in edizione limitata decorate da farfalle, insetti e scheletri. Pochi le ottennero ma tutti, o per lo meno i trend setter, conobbero il batticuore e la fomo che quell’accessorio causò.

Ma tra moda e heritage c’è pure un mistero sulla farfalla e sulla figura di McQueen. C’è una sorta di leggenda che riguarda una collana scomparsa. Realizzata dall’artigiano Malcolm Morris con una farfalla tassidermica montata dietro una cupola di cristallo di roccia per un amico che lo offrì al designer per una sua sfilata. Quando il pezzo unico fu trasportato a Parigi però scomparve. Nessuno a distanza di anni sa che fine abbia fatto. C’è chi ipotizza che sia da qualche parte in un negozio dell’antiquariato, chi invece in una collezione personale. Ma questo probabilmente è uno dei tanti segreti destinati a rimanere tale insieme alla figura mitologica di McQueen.

Un decoro che è significato

È chiaro che la farfalla per McQueen non è stata solo decoro, quanto piuttosto una metafora. Dopotutto è un simbolo che parla di moda come un rito di passaggio attraverso una crisalide che si apre in passerella. Con la fascinazione patinata l’effetto farfalla secondo il glamour diventa così codice, in cui un singolo dettaglio può scuotere lo sguardo e trasformare la silhouette. Ben lontano da essere un vezzo estetico, il designer impresse in alcune delle sue creazioni la bellezza che esplode, la fragilità che diventa armatura e pendolo ipnotico. Questo è stato il vero butterfly effect alla Alexander McQueen: una maestosa opera d’arte, effimera ma allo stesso tempo immortale.

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