Va all’asta la prima Birkin di Hermès della storia
ACCESSORIES
6 Giugno 2025
Articolo di
Michela Frau
Va all’asta la prima Birkin di Hermès della storia
Curioso pensare che – mentre file di fan stazionano al sole in attesa di acquistare l’ormai celebre pupazzetto di Pop Mart – una Birkin Hermès con appeso un semplice tagliaunghie possa valere più di una ai cui manici ciondola un iper griffato Labubu. Un fatto che appare meno sorprendente se consideriamo che la borsa in questione (sì, proprio quella con il tagliaunghie appeso a mo’ di charm) è la prima Birkin della storia, appartenuta nientemeno che all’attrice francese a cui si deve il nome della bag più celebre di tutte, e che il 10 luglio andrà all’asta grazie a Sotheby’s.
Creato nel 1985, il prototipo originale verrà esposto presso la casa d’aste Sotheby’s di Manhattan da oggi fino al 10 giugno, per poi essere trasportato il mese prossimo a Parigi, dove sarà battuto all’asta in occasione della vendita Paris Fashion Icons, organizzata dalla nota auction house durante le sfilate dedicate all’Haute Couture. Impossibile stabilirne il valore – non è nota neanche la basa d’asta – ma è chiaro che la borsa potrebbe conquistare il titolo (e con ogni probabilità lo farà) di Birkin più costosa di sempre. E i motivi sono molteplici.
Nata dal casuale incontro del 1981 tra Jean-Louis Dumas, direttore artistico di Hermès, e Jane Birkin, e grazie a un fortunato gioco del destino che posizionò i due passeggeri l’uno accanto all’altro in un volo di Air France, l’Original Birkin – che leggenda vuole sia stata abbozzata su un sacchetto di carta durante il viaggio dallo stesso Dumas, dopo che l’attrice francese si lamentò della sua difficoltà nel reperire una borsa talmente capiente da poter contenere tutte le cose di cui necessità una giovane mamma e donna in carriera – è diversa rispetto a tutte le altre Birkin che di lì in poi verranno realizzate.
Diversi dettagli la rendono unica: oltre alle dimensioni particolari, la tracolla non è removibile, le parti metalliche sono in ottone, le borchie sul fondo differiscono da quelle dei modelli successivi e le cerniere sono state realizzate da un produttore diverso. A questi elementi si aggiunge il particolare charm, che ben riflette la personalità della diva non diva, solita utilizzare le borse come tele attraverso cui lanciare messaggi a sostegno di cause politiche e sociali.
Non a caso, fu lei stessa a metterla all’asta in occasione di un evento benefico per la lotta contro l’AIDS, nell’ottobre del 1994. Per una cifra mai resa nota, nel 2000 passò nelle mani di Catherine Benier, importante collezionista che da allora la custodisce con estrema cura. Ora, però, è giunto il momento di segnare un nuovo record.
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