STYLE

10 Maggio 2024

Articolo di

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Camilla Bordoni

Behind the camera: a proposito dei look dei registi…

STYLE

10 Maggio 2024

Articolo di

Camilla Bordoni
look registi moda Quentin Tarantino

Behind the camera: a proposito dei look dei registi…

La liaison tra il mondo del cinema e la moda è ormai un affair di lunga data ma siate sinceri con voi stessi: quante volte avete fatto più caso ai look dei registi piuttosto che a quello degli attori? Ammettiamolo, davvero poche. Questo perché tradizionalmente l’hype del sistema cinematografico/modaiolo ha sempre privilegiato maggiormente i volti glamour della pellicola o i costumi di scena della stessa.

Non serve fare un elenco degli episodi passati per dimostrarlo; anche adesso basta solo dare un’occhiata ad Instagram per capire che è così e rendersi conto che la bacheca continua ad essere sommersa dei look di Zendaya e Josh O’Connor durante la promozione di “Challengers”. E Luca Guadagnino dov’è? Perché nessuno parla delle sue di mise sfoggiate?

Eppure dietro le macchine da presa e le scenografie, i directors portano con sé non solo la loro visione creativa, ma anche un’interpretazione personale dello stile che si manifesta nel loro abbigliamento sul set. Anzi, a dirla tutta, influenzano anche lo styling generale del prodotto mediale o non si spiega come per più di sei mesi la “Mercoledì Addams” di Tim Burton abbia portato nei negozi il gothcore e l’esaltazione dell’abito nero con il colletto bianco. E se fossero i registi le vere icone del fashion? In fin dei conti quando si trovano pagine Ig come @directorfits è ancor più facile pensare a loro come degni trend setter da seguire e copiare. 

Il normcore di Luca Guadagnino e Steven Spielberg

Che Luca Guadagnino sia da tempo nel mirino della moda era chiaro da quando lo si è visto comparire sia nella campagna di Loewe, sia nel front row dell’ultima sfilata uomo del brand. Anche se il legame con lo stilista Jonathan Anderson va ben oltre a questi due episodi (dal momento che di mezzo c’è una collaborazione e che le creazioni del designer le ha portate sotto e dietro i riflettori svariate volte, ndr), quello che salta subito all’occhio è una certa predilezione e ricercatezza per uno stile casual-pacato, a tratti quasi vintage.

Al di là del method dressing e del “life, live, Loewe”, ci sono jeans (o total look), cardigan a rombi, blouson jacket, Clarks e una discreta selezione di cappellini con visiera. Sarà che vederlo indossare proprio uno di questi con felpa “Shimmering falls” e denim pants ricorda tanto un giovane Steven Spielberg anni ’90. Lui sì che aveva una notevole predilezione (e collezione) di baseball cap…

Cosa c’entra Sofia Coppola con Tim Burton?

Chi sicuramente compare nella rosa dei registi con un senso dello stile riconoscibile sono sicuramente Tim Burton e Sofia Coppola. Il primo, dotato semplicemente di una estetica riconoscibile nonostante la propria palette punti prevalentemente sulle tonalità cupe e sinistre. Per lui infatti tutto è tendenzialmente nero, che sia una camicia, un blazer o un completo non ha importanza basta che gli occhiali non manchino mai (forse, unico vero suo must have).

La seconda, tanto figlia d’arte quanto Nepo baby della moda se si pensa che ha fatto uno stage nello Chanel di Karl Lagerfeld. Su Instagram si è abituati a vederla vestire perfettamente il ruolo della regista quiet luxury con un guardaroba old money e pezzi degni del côte borghese. Quindi cosa c’entra con lei l’apparente outlander del fashion Tim? Anche se distanti, la giovane Coppola ha sperimentato look decisamente sovversivi nei suoi pre e dietro macchina da presa. Stampe leopardate, outfit boho degne del festival di Glastonbury e fantasie al limite del punk fanno velocemente dimenticare le ultime mise bon ton da tappeto rosso. E poi, che ci crediate o no, nel back di Marie Antoinette indossava una skeleton hoodie anche se non era Halloween.

Tra Paolo Sorrentino e  Quentin Tarantino c’è di mezzo solo la rima 

La grande bellezza di Paolo Sorrentino è che lui a essere super alla moda non sembra tenerci troppo eppure, tra i registi, è quello che in un modo o nell’altro riesce a distinguersi. Impeccabilmente abbonato allo smoking sui red carpet, totalmente rilassato nel suo daywear. A una rapida occhiata del suo IG si può benissimo dire che è il daddy di tutti in tenuta da weekend: camicie di lino, piumini slacciati, giacche sahariane, K-way e maglietta dell’Argentina di Maradona.

E Quentin Tarantino? Diametralmente l’opposto, ma è la dimostrazione vivente che le sue inspo non passano mai di moda. E chissene frega se sembra intrappolato tra una scena di “Pulp Fiction” come doppelgänger di Vincent Vega aka John Travolta, di Kill Bill grazie a una shirt di jeans e una di Jackie Brown come gemello diverso di Samuel L. Jackson con annesso cappellino Kangol. Tarantino, ammettetelo, ha uno stile che spacca! 

Registi “looks like”: Christopher Nolan e Wes Anderson (bonus track: Spike Lee)

Qui la domanda da farsi è: «Il look del regista ha influenzato il film? O è il film che ha condizionato il look del regista?». È un quesito simile al famoso “è nato prima l’uovo o la gallina” perché sia Nolan, sia Wes Anderson sembrano vestirsi come i personaggi che portano sullo schermo… o viceversa(?). C’è per esempio Nolan in giacca e camicia come Di Caprio in Inception, in doppiopetto e pashmina come Robert Pattinson in Tenet o, più recentemente, lo si è visto nel perfetto stile rigoroso di un uomo anni ’40 vicino Cillian Murphy in Oppenheimer.

Wes Anderson dal canto suo sembra essere abbonato alle vibe calde-pastello dei preset Lightroom (ormai già rinominate #andersoniane, ndr) e alla moda anni ’70. Che poi il rapporto con il fashion system e il regista in questione si sia consolidato anche con le collaborazioni con H&M e Prada (per il cortometraggio Castello cavalcanti, il fashion film Candy L’Eau e il set design de Il bar Luce in fondazione Prada, ndr)sono piccolissimi dettagli.

Ma se l’allure retrò a molti non appassiona più di tanto, c’è chi invece ha quasi sempre scommesso su un armadio a dir poco degno dello streetwear immortalato su Getty images. Spike Lee è l’unicorno dei registi in quanto moda e nessuno dovrebbe negarlo. Andate pure a cercare i suoi look anni ’90 e vi renderete conto di quanto sarebbe stato giustissimo su una passerella Louis Vuitton made by Virgil Abloh, personalità con cui il directors ha effettivamente collaborato in occasione del Festival di Cannes del 2021.

Insomma anche se defilati, i registi se ne intendono di moda, quella davvero indossabile ovviamente. Eppure in pochi ne parlano, ancor meno lo notano. Ma d’altra parte, si sa, capita sempre che tra un red carpet e una press conference l’essenziale sia “invisibile agli occhi”.

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