Bvlgari inaugura l’ampliamento del sito produttivo di Valenza, che con una superficie complessiva di 33 mila metri quadrati, conquista il titolo di fabbrica di gioielli monomarca più grande al mondo. L’imponente progetto consentirà alla maison del gruppo LVMH di raddoppiare la propria capacità produttiva entro il 2029, creando oltre 500 nuovi posti di lavoro e portando così il totale a circa 1.600 addetti. Un dato che sottolinea come l’iniziativa, che coinvolge la manifattura inaugurata nel 2017, rivesta un’importanza strategica per l’intero distretto orafo alessandrino.

«È la concretizzazione di un modello nuovo, contemporaneo e audace di ciò che deve essere l’industria del lusso nel futuro», ha dichiarato il CEO Jean-Christophe Babin in occasione dell’inaugurazione. D’altronde, il sito rappresenta molto più di una semplice factory, assumendo un ruolo centrale sia in ambito formativo che in termini di sostenibilità.

All’interno dei tre edifici, alimentati al 100% da energia rinnovabile attraverso un innovativo sistema di oltre 4000 mila pannelli fotovoltaici, trova spazio la nuova Scuola Bvlgari, il primo centro di formazione della maison aperto al pubblico, che affiancherà la Bvlgari Jewelry Academy attiva dal 2017 nella formazione degli artigiani. Un’iniziativa che conferma l’impegno della griffe nella valorizzazione e nello sviluppo dei talenti del futuro, ma anche l’attenzione per il benessere dei dipendenti che potranno godere del bosco limitrofo, della palestra interna e di servizio di car sharing e ovviamente del ristorante interno.

All’interno del sito, accanto a heritage e innovazione, trova spazio anche l’arte. La manifattura piemontese ospita infatti due installazioni di arte contemporanea: la prima è Serpenti, firmata da Zaha Hadid e originariamente creata per il padiglione Bvlgari all’Abu Dhabi Art Fair del 2011; la seconda è Vista Aeterna di Sabine Marcelis, svelata lo scorso anno in occasione del 140° anniversario della maison e concepita come omaggio a Roma, città d’origine della griffe. A fare da ponte simbolico tra la struttura originaria e l’ampliamento appena inaugurato, un murale firmato dallo street artist Lucamaleonte.