La Cappella del Barolo è una perla nel cuore delle Langhe
ART & DESIGN
28 Luglio 2025
Articolo di
Dario Simonetti
La Cappella del Barolo è una perla nel cuore delle Langhe
Tra le colline di La Morra, dove le distese di vigneti modellano il paesaggio e raccontano la storia del Barolo, una costruzione in particolare spicca per la sua natura quasi dissonante rispetto a ciò che la circonda. Immersa tra le morbide linee verdi dei filari, una piccola architettura colorata interrompe l’uniformità visiva delle Langhe, senza però spezzarne l’equilibrio. Nonostante la natura celebre del territorio, però, la sua storia non è altrettanto raccontata.
La Cappella del Barolo, questo il nome della struttura, è sorta nel lontano 1914, come luogo in cui i lavoratori delle vigne potessero ripararsi dal mal tempo. Originariamente dedicata alla SS. Madonna delle Grazie, non fu mai consacrata e rimase per decenni una semplice costruzione rurale, anche dopo che nel 1970 la famiglia Ceretto la acquistò insieme a sei ettari della MGA Brunate, nel cuore della DOCG del Barolo.
Tuttavia, il suo destino cambiò nel 1999, quando i Ceretto decisero di restituirle nuova vita e affidarono il progetto di ristrutturazione a due degli artisti più rilevanti e apprezzati del panorama internazionale: Sol LeWitt e David Tremlett. Ispirati proprio da un bicchiere di buon Barolo e dalle poetiche colline di La Morra, i due creativi accettarono volentieri la proposta, trasformando la Cappella in una preziosa aggiunta al panorama langarolo.
Ad occuparsi degli esterni fu l’americano LeWitt, figura di riferimento nell’arte concettuale del XX secolo, che trasformò la Cappella decorandola con forme geometriche, linee sinuose e colori acidi e vivaci. Lo svizzero Tremlett, noto per le sue opere di arte muraria, si occupò invece degli interni, contribuendo con campiture morbide stese a mano e pavimenti in marmo dai riflessi acquei a creare un ricercato contrasto che completasse il lavoro del collega.
Il risultato è un’opera che sfugge alle consuete definizioni di edificio, scultura o luogo di culto, concepita dai suoi autori come un oggetto artistico a sé stante, in cui il colore diventa il vero protagonista. Oggi, dunque, la Cappella del Barolo è diventata un vero e proprio punto di riferimento visivo e simbolico nel paesaggio collinare piemontese, attirando lo sguardo non solo dei visitatori che si spingono fin qui per il vino, ma anche di quei viaggiatori che semplicemente rimangono affascinati dalla capacità dell’opera di inserirsi audacemente in un contesto identitario come quello delle Langhe.
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