Pochi divani hanno saputo attraversare le epoche con la grazia del Dune di Pierre Paulin, una “scultura” morbida che ridefinisce il modo di abitare. Ondulato come un paesaggio di sabbia, sinuoso come una linea di sabbia modellata dal vento, è tornato a dominare le case delle star, dalla sua nascita nel 1970, come simbolo di eleganza libera e leggerezza estetica. Vivo e sensuale come il deserto che lo ispira, è un evergreen raffinato che oggi spicca tra le case di Rosalía, Kim Kardashian, Kanye West, Travis Scott, Frank Ocean, Justin Bieber: le sue curve morbide e il suo fascino rétro sono diventati virali, protagonisti di salotti e feed in tutto il mondo. Un oggetto diventato status symbol e manifesto estetico, un’opera d’arte modulare capace di trasformare qualsiasi spazio in un miraggio domestico.

Concepito come un paesaggio da abitare, quasi un’estensione naturale del corpo umano, il Dune nasce dall’idea di Paulin di rompere con le forme rigide e statiche dell’arredo tradizionale. Composto da quattro moduli differenti che si possono combinare liberamente, ricorda la topografia mutevole delle dune, capace di adattarsi a ogni ambiente e umore. A seconda delle molteplici combinazioni, i moduli creano composizioni specifiche adatte a vari scenari, evocando la naturale variabilità del deserto. La sua forza risiede nella sensualità delle linee e nella scelta dei tessuti elastici, che accompagnano e accolgono il corpo come una scultura abitabile. Paulin, formatosi come ceramista, immaginava le sue creazioni come opere organiche, dove l’arte si fonde con la funzione. Nel tempo, questo linguaggio è diventato la sua firma, visibile anche in pezzi iconici come la Mushroom Chair, la Tongue Chair o la celebre Orange Slice, oggi esposti nei musei di mezzo mondo.

Il divano Dune faceva parte di una serie di mobili ideati da Paulin che comprendeva anche tavoli e scaffali. La natura sperimentale dei progetti e il contesto economico dell’epoca ne limitarono la produzione: quei prototipi rimasero per anni confinati tra le mura della famiglia Paulin, fino a diventare leggendari. Solo decenni dopo, l’interesse crescente per il suo lavoro ha riportato il Dune sotto i riflettori. È stato Louis Vuitton, che nel 2014 ha riportato in vita 18 prototipi inediti disegnati da Paulin negli anni ’70 per Herman Miller. Da allora, il Dune è diventato un cult da collezione, con un prezzo che varia dai 5.000 agli 8.000 euro per modulo. Negli ultimi anni il Dune ha conquistato il mondo della moda e della musica. Frank Ocean lo ha riportato al centro della scena nel 2019, trasformandolo in protagonista del suo salotto e dei social. Kanye West lo ha voluto nella sua warehouse di Los Angeles; Justin e Hailey Bieber lo hanno scelto per la loro casa di Beverly Hills; e Rosalía lo ha reso simbolo di un nuovo lusso sensoriale e contemplativo. Anche Travis Scott è stato ritratto su un ensemble curvo firmato Paulin, a conferma del suo status di oggetto di culto tra i protagonisti della cultura contemporanea; e persino Kim Kardashian lo ha scelto per la sua residenza minimalista a Malibu.

Scomparso nel 2009, Pierre Paulin è oggi considerato uno dei maestri assoluti del design del Novecento. Il suo lavoro, custodito dalla famiglia attraverso il marchio Paulin Paulin Paulin, vive nelle collezioni del MoMA di New York, del Victoria and Albert Museum di Londra e del Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Come le dune che lo ispirano, il Dune di Paulin continua a mutare, rivelando ogni volta una nuova forma di bellezza: equilibrio perfetto tra funzione e poesia.