A New York esistono porte capaci di condurre in universi inattesi. Nel quartiere di Greenwich Village, ad esempio, all’interno di una galleria d’arte, un grande dipinto cattura lo sguardo con i suoi colori vibranti. È l’unica tela che si può toccare: si apre come un sipario e diventa varco. L’opera che custodisce l’ingresso non è sempre la stessa: cambia a seconda del periodo, trasformando ogni volta l’accesso in un rituale diverso ma oltrepassarla significa, sempre, lasciare l’ordinario per entrare in Frevo, il ristorante stellato che unisce arte e cucina in un’esperienza sorprendente.

L’idea di Frevo nasce dall’incontro tra lo chef brasiliano Franco Sampogna e il manager portoghese Bernardo Silva. Le loro strade si incrociano in Francia, tra cucine stellate e grandi hotel, e da lì prende forma il progetto che li porta oltreoceano. New York diventa il terreno fertile per trasformare quell’amicizia in visione: un luogo in cui l’ospitalità dialoga con l’arte. Il nome scelto, Frevo, rimanda all’energia del “bollire” ma anche a una tradizione culturale brasiliana fatta di musica e danza vorticosa, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale.

È la stessa vibrazione che pervade il ristorante: un ritmo vitale che accompagna chi accetta di attraversarne la soglia. Un rifugio segreto con diciotto coperti intorno al bancone della cucina a vista, dove ogni gesto dello chef diventa parte della scena.

Dettagli studiati, atmosfera raccolta e luce calibrata: linee pulite e materiali caldi, un equilibrio studiato, mai casuale, che amplifica l’intimità e concentra l’esperienza sul dialogo diretto tra chi crea e chi osserva. Il menu degustazione segue la stessa logica del varco e invita a superare la soglia del prevedibile. Così il maccarello giapponese incontra lo shiso, il donut di zucca si arricchisce di tartufo nero, l’astice dialoga con il curry bretone, il madai prende corpo grazie alla cottura sul carbone binchotan, fino all’accostamento inedito di Comté stagionato e gelato al miele, sintesi perfetta di contrasti che diventa esperienza sensoriale.

Ad accompagnare il percorso c’è la selezione del sommelier Quentin Vauleon, Miglior Giovane Sommelier di Francia nel 2017. La sua carta, premiata per i vini biologici, accompagna ogni portata con abbinamenti pensati per amplificarne l’esperienza sensoriale, capace di intrecciare etichette prestigiose e scelte innovative.

Frevo vive anche come palcoscenico artistico, rinnovato da esposizioni che ne ridisegnano l’atmosfera e dedicate ad artisti come Basquiat, Keith Haring, Flore e Mr. StarCity, che hanno lasciato un segno inconfondibile. A questa dimensione si aggiungono riconoscimenti importanti: la stella Michelin, il debutto nella World’s 50 Best Restaurants Discovery List 2024, l’inclusione nella lista Forbes All-Star New York Eateries con quattro stelle.

Franco Sampogna è stato finalista al James Beard Award come miglior chef di New York State, mentre la carta dei vini ha ricevuto il premio Best Organic Wine List in North America 2024 dai World of Fine Wine Awards. Già nel 2019 il New York Times aveva segnalato Frevo come Critics’ Pick con due stelle. Oltrepassare la soglia di Frevo significa scegliere l’energia, accogliere la creatività e ritrovarsi in uno spazio dove la bellezza prende forma davanti agli occhi.