Dentro il quartier generale di Golden Goose a Milano
STYLE
1 Agosto 2025
Articolo di
Dario Simonetti
Dentro il quartier generale di Golden Goose a Milano
Nel panorama spesso patinato e iperprocessato della moda contemporanea, Golden Goose si è imposta come una vera e propria forza dirompente, trasformando una sneaker “vissuta” in uno dei fashion item più riconosciuti e desiderati al mondo. Negli ultimi anni, infatti, il marchio nato a Marghera nel 2000 è stato protagonista di una crescita esponenziale, spinta da un’idea di lusso autentico, personale e totalmente anticonvenzionale.
A sostegno di questa visione, Golden Goose ha investito in spazi fisici capaci di raccontare la propria identità in modo tangibile. Tra questi, il quartier generale milanese inaugurato nel 2021 occupa un posto centrale, rappresentando non solo una semplice sede operativa, ma un vero e proprio manifesto della filosofia del brand.
Situato in via Marelli 10, nell’area destinata ad ospitare il Villaggio Olimpico dei giochi invernali Milano-Cortina 2026, il complesso si sviluppa su 4.000 metri quadri suddivisi su due edifici di origine industriale, ad omaggiare la vecchia fonderia di Marghera dove 25 anni fa è nata l’azienda. Se il progetto esterno porta la firma dello studio ML Architettura, gli ambienti interni sono stati interamente disegnati dal team creativo di Golden Goose, per riuscire a trasmettere in ogni angolo della struttura l’energia e i valori che animano il marchio.
Ecco dunque che in tutto l’headquarter si susseguono simbolismi e citazioni, a partire dalla hall di ingresso: il soffitto costellato da lampadari circolari richiama il Breuer Building di Madison Avenue, New York, la parete dorata riprende il Golden Temple di Kyoto e le panchine in legno sono state realizzate utilizzando gli scaffali del primo negozio Golden Goose. Il pavimento, tempestato da 6.300 stelline tagliate in marmo di Carrara, è invece un omaggio alla tecnica dei terrazzi veneziani e del mosaico dei negozi Olivetti di Venezia, firmati dal celebre architetto Carlo Scarpa.
Al centro dell’edificio, un cortile interno sovverte in maniera intima e raccolta l’atmosfera dei patii tipici delle case di ringhiera milanesi, arricchito dalla presenza di una vasca d’acqua rivestita con ciottoli neri e dalla statua di una Madonnina. In linea con questa impostazione informale, gli ambienti della sede sono pensati per svincolarsi da qualsiasi rigidità aziendale, con la scelta dei nomi che contribuisce a rafforzare questa visione: lo showroom diventa Auditorium, spazio di ascolto e condivisione, mentre la sala riunioni principale è ribattezzata Dream Room, quasi a suggerire che ogni strategia prenda forma a partire da un sogno.
La massima espressione di questa filosofia si trova poi nello studio del CEO Silvio Campara, trasformato in un’installazione permanente dell’artista newyorkese Stickymonger: un universo onirico abitato da giganteschi murales in stile anime, che accolgono in una sorta di “caos ordinato” i riferimenti visivi, emotivi e culturali più significativi del manager.
Questa stessa cura per l’atmosfera e per l’esperienza individuale si estende anche al benessere quotidiano dei dipendenti. Il lato welfare occupa infatti un ruolo centrale nella visione di Golden Goose, che per questo ha trasformato la sede in un ambiente pensato per accogliere e valorizzare le persone prima ancora delle professionalità. Ad esempio, il ristorante aziendale è affidato a Vicook — servizio di catering del Gruppo Da Vittorio — e propone ogni giorno una cucina stagionale curata e accessibile, con possibilità di scegliere il menù in base all’impatto calorico desiderato.
L’azienda di Marghera è inoltre la prima al mondo ad aver introdotto un orto idroponico interno, che contribuisce a rifornire la tavola di frutta e verdura fresche, oltre a rappresentare un gesto concreto verso la sostenibilità.
A completare il quadro, un servizio di concierge a 360 gradi semplifica la quotidianità di chi lavora: dalla cura degli animali domestici al ritiro della spesa, passando per il servizio lavanderia fino ad arrivare all’organizzazione delle vacanze. Insomma, un ecosistema pensato per incrementare concretamente il benessere dei dipendenti, in cui produttività e qualità della vita si alimentano a vicenda.
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