L’inarrestabile corsa del Gruppo Prada
STYLE
6 Febbraio 2025
Articolo di
Michela Frau
L’inarrestabile corsa del Gruppo Prada
«Credevo davvero che avremmo potuto cambiare il mondo» racconta, con la naturalezza che ne contraddistingue l’attitudine, Miuccia Prada, che in un’intervista apparsa sul New York Times lo scorso ottobre torna alla fine degli anni Sessanta, ripercorrendo lo spirito e le idee di una giovane e impegnata studentessa universitaria quale era.
Quella determinazione e risolutezza, un tempo riservate alle battaglie studentesche sessantottine, l’hanno portata a cambiare davvero il mondo. Di sicuro quello della moda, di cui, di lì a poco, si sarebbe resa protagonista indiscussa, autrice di un capitolo rivoluzionario che ne cambiò effettivamente le sorti. Grazie anche al fortunato incontro con Patrizio Bertelli, partner di cuore e d’affari, a lei va riconosciuto il merito di aver sovvertito le regole del gioco con la sua Prada, che da azienda di famiglia (fondata nel 1913 da suo nonno Mario, insieme al fratello Martino) ha audacemente trasformato in un gruppo emblema del Made in Italy nel mondo, con un fatturato che nel 2023 ha toccato i 4,7 miliardi di euro.
Il Gruppo, che oltre all’omonimo marchio e a Miu Miu controlla Church’s, Car Shoe, Marchesi 1824 e Luna Rossa, conta oggi 26 stabilimenti, oltre 14.800 dipendenti e una rete di 606 negozi di proprietà distribuiti in 70 Paesi del mondo. Occorrerà attendere i primi di marzo per conoscere i risultati finanziari relativi all’anno 2024, ma i dati dei primi nove mesi (con ricavi in crescita del 18%) raccontano chiaramente come Prada stia attraversando una fase di forte espansione, nonostante le attuali sfide che pesano sul settore del lusso. La chiave di questo successo? La costruzione di un valore di marca poliedrico.
Il marchio Prada è credibile dallo sport, alla cultura, alle arti, aspetti che possono raggiungere tipologie di consumatori e atteggiamenti molto diversi. Siamo rilevanti come marchio di lifestyle come lo siamo per una serata glamour.
Andrea Guerra CEO di Prada
Per l’amministratore delegato Andrea Guerra, il primo esterno alla famiglia entrato in azienda nel gennaio 2023, come dichiarato in un’intervista rilasciata a Bof la forza di Prada risiede nella sua rilevanza non solo nella moda, ma in tutti gli aspetti della cultura. Nel tempo il marchio ha intessuto solidi legami con lo sport, il cinema, l’arte e la letteratura, diventando – in anticipo rispetto agli altri brand – una vera e propria piattaforma culturale, pioniera e innovatrice in diversi ambiti. Persino in quello tecnologico. Nel 2006, anticipando il lancio dell’iPhone firmato Apple, debuttò sul mercato l’LG Prada (KE850), il primo smartphone con touchscreen capacitivo della storia. Ulteriore dimostrazione dell’impegno di Prada nella ricerca e nell’innovazione a 360 gradi.
La ricerca e l’innovazione – sia quella stilistica, riconducibile a Miuccia, sia quella imprenditoriale legata alla visione di Bertelli- d’altronde sono da sempre pilastri della strategia messa in atto da Prada, a partire dal 1984 quando debuttò sul mercato l’iconico zaino in nylon. Con loro, quello che era un materiale esclusivamente relegato all’ambiente militare o alla realizzazione dei collant, nato negli anni Trenta del Novecento tra le mura dell’azienda DuPont, debutta nel lusso, distruggendo quel binomio un tempo considerato imprescindibile tra preziosità dei materiali e luxury item.
Un atto sovversivo che diventa l’emblema di un modo di fare tipicamente Prada, espressione di quell’impegno costante nella ricerca che porterà il brand a sbarcare sulla Luna. È infatti previsto per settembre 2026 il ritorno degli astronauti della NASA sulla superficie lunare, che per l’occasione indosseranno tute realizzate dal marchio milanese in collaborazione con Axiom Space, capaci di supportare la drastica escursione termica e gli sbalzi di temperatura, che sulla Luna possono variare dai -200 a oltre 100 gradi.
Tornando sulla Terra, a proposito della capacità del marchio di tessere legami con mondi differenti, è chiaro a tutti come Prada si sia un guadagnata un posto di rilievo sia nel mondo dello sport che dell’arte, settori entrambi profondamente connessi alle passioni personali dei due co-founder. A Bertelli e al suo incontro con lo yacht designer argentino Germán Frers si deve il lancio di Luna Rossa, il team italiano di vela nato nel 1997 e da allora protagonista dell’America’s Cup, capace di riunire italiani e appassionati di vela (e non) di tutto il mondo.
Risale allo stesso anno il debutto di Prada Linea Rossa, la collezione sportswear del marchio, caratterizzata da tessuti performanti e linee pulite, rilanciata nel 2018. Un’intuizione degli anni Novanta che, ancora una volta, sottolinea la capacità di anticipare le mosse dei competitor.
È invece legato a Miuccia e alla sua concezione utilitaristica dell’arte lo stretto rapporto che intercorre tra Prada e il mondo dell’arte. Ma guai a chiamarla collezionista o mecenate: per la Signora della Moda, un progetto come quello della Fondazione Prada – la fondazione d’arte contemporanea creata insieme al marito nel 1993 e che dal 2015 occupa gli spazi di un’ex distilleria in zona Porta Romana a Milano – è un modo per restituire qualcosa alla comunità, il suo tangibile contributo per rendere attraente la cultura.
Oltre alle mostre, alle installazioni e ai progetti speciali ospitati negli spazi firmati dal celebre architetto olandese Rem Koolhaas, il Gruppo Prada ha lanciato nel corso degli anni numerosi progetti artistici.
Tra questi Miu Miu Women’s Tales, una serie di cortometraggi che dal 2011 rappresentano liberamente il mondo femminile attraverso il contributo di artiste provenienti da tutto il mondo, e anche Miu Miu Summer Reads, che ha coinvolto le edicole di otto città nel mondo, appositamente personalizzate dal brand, da sempre vicino alle ragazze di tutto il mondo, per regalare e diffondere tre classici della letteratura: Una donna di Sibilla Aleramo, Persuasione di Jane Austen e Quaderno proibito di Alba de Céspedes. Ultimo in serie di arrivo, il progetto lanciato con la scrittrice statunitense Ottessa Moshfegh, che ha realizzato per Prada dieci testi inediti ideati per accompagnare le immagini della campagna primavera/estate 2025 Acts like Prada scattata da Steven Meisel.
Il futuro (indipendente) di Prada
«Come pensi di ampliare e portare avanti questi messaggi culturali nel quadro di un piano di successione?» chiede il giornalista di Bof all’amministratore delegato Andrea Guerra, introducendo il delicato tema del cambio di leadership, questione complessa e spesso avvolta nel mistero per la stragrande maggioranza delle case di moda italiane. Non per Prada però, che ha più volte esplicitato i punti centrali del piano che verrà messo in atto nel momento in cui i due co-founder decideranno di mettersi da parte (un momento che appare molto lontano considerato il carisma e l’attitude della coppia).
La leadership passerà nelle mani di Lorenzo Bertelli, primogenito della coppia, entrato in azienda nel 2017 e attualmente Head of Corporate Social Responsibility del gruppo. Se a lui, ex pilota professionista di rally, toccherà guidare l’azienda dal punto di vista manageriale, è naturale pensare che, per quanto riguarda lo stile, il timone potrebbe definitivamente passare nelle mani di Raf Simons. Lo stilista belga, dal 2020, è stato arruolato come co-creative director del marchio milanese, con una mossa innovativa che ha convinto esperti e addetti ai lavori. Sebbene, su questo fronte, nessuna conferma ufficiale sia mai arrivata, sembra chiaro che il futuro di Prada sarà all’insegna dell’indipendenza.
Da qualche settimana, piuttosto, circolano voci sulla possibilità che il Gruppo Prada rilevi Versace, che potrebbe presto essere messa in vendita dalla proprietaria Capri Holdings, intenzionata a concentrare le risorse sullo sviluppo di Michael Kors. Creare un polo del lusso Made in Italy è, d’altronde, un sogno che il Gruppo Prada aveva già tentato di perseguire. Intuendo l’imminente polarizzazione del lusso, Bertelli, supportato da anni di crescita, decise sul finire degli anni Novanta di acquisire realtà come Jil Sander, Helmut Lang, Genny, Alaïa e persino una quota di Gucci e Fendi. Tuttavia, una serie di eventi sfavorevoli, alcuni incontrollabili come l’attentato alle Torri Gemelle, pose fine al sogno. Sarà ora il momento il giusto? Staremo a vedere.
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