Chi si ricorda le estemporanee uscite politiche datate 2016, in pieno stile Kanye West, che hanno sottoposto il rapper americano al più esemplare dei linciaggi mediatici per via del forte grado di incoerenza e senso di sufficienza nei confronti delle proprie origini?

Beh, il 2016 era proprio l’anno in cui Yeezus iniziava a partorire l’idea che all’interno della sua vita dovesse esser fatto posto per un impegno in un incarico senza precedenti, con un grado di responsabilità che soltanto pochissime altre figure sul panorama politico internazionale possono fronteggiare: diventare il presidente degli Stati Uniti d’America.

Secondo le previsioni, l’anno più ottimale per la candidatura sarebbero state le vicinissime elezioni 2020, andando a scavalcare il tanto elogiato Donald Trump stesso che, pur con qualche “piccolo” imprevisto, è praticamente riuscito a portare a termine l’impegnativo mandato. A confutare l’ipotesi ci ha pensato proprio l’artista stesso che, nel corso del proprio speech al Fast Company Innovation Festival 2019, ha rimandato i propri “sogni di gloria” alle elezioni 2024.

Tra risate della folla e volti increduli, il rapper ha saputo timidamente difendersi ancorandosi alle promesse di migliori opportunità di lavoro per gli americani: ora Mr. West ha 5 anni per pensare a come muoversi al meglio per poter concretamente fornire un impulso positivo alla vita, alle tasche ed alla sicurezza dei propri futuri, ipotetici cittadini, perciò, nessuna scusa è più ammessa.