La casa di montagna di Kendall Jenner si trova in una località che la modella preferisce mantenere segreta: un rifugio semplice e raccolto, immerso nella quiete dei boschi e nella luce nitida dell’altitudine. È uno spazio pensato per allontanarsi dai ritmi di Los Angeles e ritrovare un tempo più naturale, fatto di aria fresca, silenzi larghi e pause reali. Un posto scelto d’istinto, cinque anni fa, quando durante un viaggio casuale si è lasciata catturare dall’“energia” della zona: aria limpida, silenzi profondi, un paesaggio che le ricordava le estati dell’infanzia nel Wyoming, passate tra cavalli, boschi e giornate all’aperto. Da quell’impulso è nato un progetto molto più grande: una casa costruita da zero, pensata per accogliere amici, rallentare il ritmo e ritrovare quella semplicità che la vita quotidiana spesso consuma.

Il reportage pubblicato nel dicembre 2025 da Architectural Digest racconta questo luogo come un rifugio sorprendentemente caldo, lontano dalle estetiche ultraminimaliste che dominano molte case della West Coast. L’interior designer Heidi Caillier, scelta con attenzione dopo una lunga ricerca, ha guidato Jenner fuori dalla sua comfort zone, verso un immaginario più ricco, stratificato, quasi nostalgico: fantasie floreali decise, palette sature, texture che riportano a un’idea di casa “abitata”, vissuta, imperfetta nel modo giusto. Il soggiorno apre infatti il racconto domestico con un grande divano realizzato appositamente per lo spazio, rivestito da una stampa floreale importante, capace di guidare l’occhio e stabilire subito il carattere dell’ambiente. Attorno, una sequenza di elementi scelti con cura: una panca rivestita in tessuto artigianale, un pianoforte da studio firmato in edizione limitata, oggetto che introduce un accento musicale quasi scenografico, e, poco distante, una chitarra acustica pronta all’uso. Il lampadario in vetro lattimo, recuperato da un rivenditore specializzato, diffonde una luce morbida che arrotonda le linee e scalda l’insieme.

L’ingresso anticipa questo linguaggio con un’alcova imbottita in tartan e pareti in una tonalità bruno intensa: un microspazio che definisce subito la cifra della casa, intrecciando comfort e scelte cromatiche coraggiose. Ogni ambiente dialoga con l’altro senza forzature, grazie a una palette coerente e a materiali che tornano sotto forme diverse. La cucina, aperta sul living, sviluppa questa continuità con dettagli più netti: un’isola in marmo dalle venature marcate, sgabelli dal design essenziale e una grande cucina blu che diventa il contrappunto cromatico dell’intero piano; il top e la fascia retrostante in Calacatta Viola ne amplificano il carattere, mentre l’organizzazione dello spazio suggerisce ritmi lenti, cene preparate insieme, un’idea di condivisione che era alla base del progetto sin dall’inizio. Caillier ha interpretato queste esigenze combinando materiali resistenti, superfici generose e dettagli cromatici che scongiurano qualsiasi neutralità. La camera principale continua questa ricerca di morbidezza visiva: pareti rivestite da una carta a motivi delicati, una poltrona imbottita con tessuti inglesi, un quilt d’epoca posato sul letto come un gesto affettivo. Ai piedi, un tappeto orientale dai toni smorzati aggiunge profondità, mentre una panca d’antiquariato porta un ritmo più solido e radicato alla stanza.

Il risultato complessivo è una casa in cui i materiali dialogano con naturalezza e dove ogni stanza offre un modo diverso di stare, senza mai tradire l’intenzione originaria: creare un luogo capace di raccogliere persone, ricordi e stagioni. Una casa che cresce con chi la abita e che restituisce un’idea di accoglienza discreta, trovando forza nella sua naturalezza.