FOOTWEAR

14 Luglio 2025

Articolo di

string(12) "Michela Frau"
Michela Frau

Le sneakers di Louis Vuitton prodotte in Italia

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14 Luglio 2025

Articolo di

Michela Frau
Louis Vuitton Buttersoft sneakers made in italy
Courtesy of Louis Vuitton

Le sneakers di Louis Vuitton prodotte in Italia

Parte tutto da un pezzo di pelle. Definita buttery, tanto è elastica quanto morbida, questa particolare tipologia di nappa d’agnello, grazie alla maestria degli artigiani impegnati nella manifattura di Fiesso d’Artico, prende vita nel nuovo modello di sneakers Louis Vuitton prodotto interamente in Italia: le LV Buttersoft. Realizzate nel cuore della Riviera del Brenta, sono frutto di un lavoro minuzioso e prettamente manuale: il 98% della lavorazione, per un totale di 120 ore a paio, è infatti compiuto dalle sapienti mani di un unico artigiano, che da solo si occupa di tutte le fasi di produzione precedenti alla messa in suola, prima quindi che la scarpa passi all’industrializzazione, al montaggio e al finissaggio.

Era lo scorso gennaio quando le Buttersoft hanno debuttato in passerella – in occasione dello show Fall/Winter 2025 che ha visto Pharrell collaborare con l’amico di lunga data Nigo – e ora sono finalmente disponibili in store. Per celebrare il loro arrivo in boutique, la maison per la prima volta nella sua storia ha invitato i clienti nel rinnovato flagship milanese di Montenapoleone per scoprire come nascono le nuove sneakers, offrendo loro la possibilità di osservare da vicino il lavoro accurato (e altrettanto soddisfacente) svolto quotidianamente dagli artigiani.

Un banco, prezioso savoir-faire artigianale e gesti che si ripetono ogni giorno: ecco spiegato il valore di una scarpa che può arrivare a costare fino a 1.200 euro, cifra necessaria per acquistare la versione Monogram delle Buttersoft.

Louis Vuitton Buttersoft sneakers made in italy

Da quelle pastello fino a quelle proposte in tonalità intense, tutte le ventiquattro versioni presentano il logo LV sul lato della tomaia, il profilo di Pharrell posizionato sulla linguetta e una silhouette che richiama le calzature sportive degli anni ’60, ripresa poi dalla comunità hip-hop dei primi anni 2000, tessuto culturale, d’altronde, da cui proviene lo stesso creative director. A completare il modello, che fonde gli studi sullo streetwear e sul dandismo, c’è poi il caratteristico effetto a cuscino, ottenuto grazie al triplo strato di imbottitura interna che conferisce alla sneaker un particolare effetto bombato, che rappresenta, in fondo, il suo tratto distintivo.

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