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12 Febbraio 2023

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Redazione

5 regole stilistiche infrante a Sanremo

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12 Febbraio 2023

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Sanremo 2023 Finale Gianni Morandi Chiara Ferragni Amadeus

5 regole stilistiche infrante a Sanremo

Come abbiamo potuto osservare in questi cinque giorni di esibizioni all’Ariston, la moda ha spadroneggiato in lungo e in largo, dal Green Carpet agli eventi pre e post esibizioni. Un festival più che mai sotto l’occhio social, e di forte rilevanza sociale per tutti i temi che sono stati portati all’attenzione del pubblico, ma soprattutto un festival in cui la moda ha giocato un ruolo paritario rispetto a quello musicale. Ebbene, anche lo stile ha le sue regole a cui attenersi, o da infrangere per far parlare di sé.

Abbinare blu e nero è ancora un reato?

C’è chi dice sì, c’è chi dice no, e chi non si schiera. Ma andiamo per gradi. La polemica nasce osservando i look scelti da Amadeus, e da chi ha deciso di vestire l’orchestra. La discussione parte dalla terza serata quando il conduttore, vestito da Gai Mattiolo, ha indossato una giacca monopetto blu con revers neri come il papillon. Una delle regole non scritte più antiche del fashion system è proprio quella che vedrebbe blu navy e nero come impossibili da fondere in un outfit, per un motivo molto semplice: troppo vicini nella scala cromatica. Negli anni, complice anche una sovversione dei canoni di cosa sia glamour e cosa no, sempre più celebrity sposano queste due tonalità, ma ci sono alcune indicazioni da tenere a mente: ad esempio, scegliendo due tonalità di blu e nero distanti, come l’indaco, oppure differenziandone il tessuto cosicché la trama possa far risaltare i due colori. Nessuno di questi suggerimenti è stato neanche vagamente tenuto in considerazione da Amadeus, né tantomeno dall’orchestra.

Le sneaker sotto l’abito? Dipende

Eccoci qui, un tema ancora più sensibile dell’abbinamento tra blu navy e nero. Che c’è da dire? Che forse c’è un limite anche alla contaminazione, è ciò che buona parte degli sneakerhead e fashion addicted pensano: gli uni perché, consapevoli del background delle “scarpe di gomma” non potrebbero mai sposare un look formale, gli altri perché proprio per valorizzare l’eleganza non penserebbero mai ad una sneaker. Questa ennesima legge non scritta, più del buon gusto che dell’etichetta stilistica, è stata infranta svariate volte all’Ariston. A portare le sneaker sotto l’abito sono Lazza, LDA e Ultimo, un modo sfacciato per dirci: sì, sono vestito elegante ma resto fedele alla mia epoca. Anche questa tendenza ha delle regole da rispettare: l’abito deve essere il più smart possibile, ovvero meno strutturato secondo i canoni formali classici, monopetto, magari destrutturato, pantaloni che cadono bene sulla scarpa, e magari abbinato ad una T-shirt in un colore neutro, di un buon tessuto, che si sposi con una scarpa lowkey. Al polo opposto, se vogliamo optare per un look dissacrante: camicia sotto la giacca, polsino che sporge, sneaker che spezzano il tutto, magari di un colore sgargiante. Spoiler: niente di tutto ciò è successo all’Ariston. Lazza ha sempre optato per una sneaker della stessa tonalità e tessuto del completo, una Jordan XI in velluto e una Air Jordan 4 “Levi’s” Black, nessun elemento di distacco dall’outfit, con un risultato che ha fatto storcere il naso a tutti. Stesso dicasi per Ultimo che ha abbinato una Air Force 1 nera, e LDA che sbaglia il fit dei pantaloni, troppo larghi e lunghi sulle sneaker scelte, che almeno spezzano il look.

La canottiera è di tendenza? Sì, anche fuori dai cantieri

C’è stato letteralmente un canottiera gate che ha coinvolto Leo Gassman, Stefania Sciortino sua stylist, Amadeus, l’Ariston intero e anche suo padre, Alessandro Gassman.

Accenti da grande soirée offuscati da un tank top, possibile? Era la sfida già lanciata da Miuccia Prada e Raf Simons per la FW22/23 di Prada, che l’ha consolidata l’oggetto del desiderio per molti mesi. Semplice ma versatile, può essere indossata da sola, a stratificare un’idea di look ben precisa, o sotto una giacca, per arricchire un outfit più strutturato. Il casualwear di Gassman non era assolutamente voluto, la stessa stylist se ne è dissociata, e proprio l’artista di “Terzo cuore” in conferenza stampa ha spiegato che non ha potuto indossare la giacca Givenchy abbinata poiché, all’Ariston, non si possono mostrare brand in evidenza. Nonostante Leo se la sia cavata egregiamente, cantando con leggerezza e imperturbabilità il suo brano, e sorridendo alle critiche, è stato un grosso scivolone sul palco più importante d’Italia, e per tutti noi resta un “No”.

Peggio delle sneaker sotto l’abito?

I piedi nudi, o le ciabatte. Il punto a cui non saremmo voluti arrivare, ed invece ci siamo. Madame, da molti ritenuta la vera rivelazione di questo festival con la sua “Il bene nel male” una canzone, o meglio un dialogo, più intimistico e profondo rispetto al precedente brano, si è presentata (di nuovo) senza scarpe. Come da lei rivelato, è un modo (un po’ audace, ma fortemente simbolico) per viversi il qui ed ora, sentire le vibrazioni delle sue creazioni, la terra sotto i piedi, ancorata alla sua realtà. Una scelta abbracciata da vari artisti nel corso degli anni, ma che resta un profondo e sonoro “No”. Ma forse c’è stato anche qualcosa di peggio, se è vero che da cringe sono diventate cool, sul palco dell’Ariston non si erano ancora mai viste le Crocs. Sono state indossate dai Colla Zio, abbinate a pantaloni di vari tagli, colori e tessuti, quindi non hanno dissacrato alcun abito, e nel complesso sono passate anche inosservate, ma resta un profondo no.

Per favore, evitate gli abiti uguali

Un epic fail su cui la stessa Arisa ha ironizzato, è successo nella serata delle cover in cui la cantante di “Sincerità” ha sfoggiato un longdress in pelle nera firmato Rick Owens, lo stesso indossato poco prima da Laura Marzadori, primo violino de LaScala che si è esibita accanto ad Emma Marrone e Lazza. Non rappresenta una vera e propria legge non scritta del fashion system, ma semplicemente del buon senso, poiché indossare due abiti uguali, su due fisicità completamente diverse, porta obbligatoriamente a paragoni e confronti, spesso anche sgradevoli, soprattutto quando si tratta di due donne. Paladina di libertà, auto consapevolezza e self love, è stata la stessa Arisa a dichiarare quanto accaduto, buttando acqua sul fuoco delle polemiche e dei giudizi mai richiesti. Nonostante ciò, il vestito era molto bello, e rappresentava due idee diverse di stile, che calzavano comunque a pennello con le personalità che lo hanno indossato.

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