STYLE

30 Gennaio 2023

Articolo di

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Redazione

Ripetere lo stesso outfit fa bene

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30 Gennaio 2023

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Redazione
Rewearing indossare stesso outfit fa bene

Ripetere lo stesso outfit fa bene

Interesse o necessità? La green economy e la circolarità del fashion system sono diventati l’interesse primario delle nuove generazioni, segnando una forte rottura col passato, e mostrando una spiccata sensibilità verso il futuro.

C’è stato un momento delle nostre vite in cui ripetere lo stesso outfit in più di un’occasione era considerato un sacrilegio, soprattutto per celebrazioni importanti. Questo perché saremmo stati immortalati in fotografie ad eterna memoria della ripetitività dei nostri look, della poca scelta dei nostri armadi, e del nostro disinteresse verso l’apparenza.

Pertanto, abbiamo iniziato a voler risparmiare il più possibile per abiti one-shot, perché spendere per una cosa che non rimetteremo mai più? Questo è stato il circolo vizioso che ha innescato la voragine fast-fashion. Quando poi ci siamo accorti che potevamo indossare short, top, camicie, giacche e accessori in outfit sempre nuovi, perché tanto avremmo speso pochi euro, ci è sembrato un sogno. Lo scintillio di questa prospettiva si è cristallizzato nei “dupe”, ovvero copie cheap di elementi più noti e costosi.

Fast Fashion

Ora invece, al pari dei più noti presidi “Slow Food”, si sta affermando l’ideologia “Slow Fashion”, diametralmente opposta e contrapposta alle politiche fast fashion. Questa si configura come un invito a riflettere sul proprio guardaroba e sull’utilizzabilità dei propri capi: troppo spesso, infatti, siamo vittime della nostra impulsività, non solo in fase di acquisto ma anche in fase di smaltimento e non ci prendiamo pochi minuti fondamentali per capire se qualcosa ci interessi davvero, ci sia davvero necessario, o se in futuro possiamo donargli una seconda vita.

Se, un tempo, quest’idea poteva essere ancora vagamente sostenibile, poiché le stagioni della moda erano due all’anno, più di uno studio ha mostrato come attualmente ci siano circa 52 micro-season of fashion tra le collezioni primavera/estate e quelle autunno/inverno. E se in passato il problema era rappresentato dalle istantanee, l’avvento dei social ha portato la maggior parte dei giovani a non voler utilizzare di nuovo qualcosa che era già stato mostrato sui propri feed.

Per tenere il passo con gli elementi sociali alla base del consumismo, dunque, si stima che sulla Terra, al momento, esista la quantità di indumenti necessari per vestire le prossime sei generazioni.

Capi sostenibilità

Il principio alla base è non solo la versatilità e riutilizzabilità dei capi presenti nel proprio armadio, ma anche la razionalità nell’acquisto, ovvero il pensare a quante volte bisognerà indossare un capo per ridurne l’impatto ambientale. L’attenzione per il second-hand, la facilità d’utilizzo di piattaforme che consentono di vendere e acquistare capi usati, e la crescente sensibilità per l’ambiente ha fatto sì che le nuove generazioni riescano ad abbracciare un’ottica più green, e a condividerla anche con le generazioni precedenti.

Un’analisi condotta da BoF ha mostrato che un capo non viene indossato per più di sette volte dal suo acquisto e che, la maggior parte delle persone, prova disagio nel ripetere i propri outfit. Questo argomento torna a far discutere ogni volta che una celebrity ripete il proprio look.

Kim Kardashian Re-Wear Gen Z

Dunque, se per molti anni è stato considerato un tabù, ad oggi recuperare outfit già utilizzati è diventata una necessità, sia per il peso sul portafoglio che sull’ambiente. Se è vero che il fashion-system basa il proprio successo proprio sull’acquisto compulsivo, in linea con le mode e i trend che si innestano, è anche vero che il nuovo status symbol è proprio il riutilizzo. La maggior parte dell’inquinamento, circa il 70%, del fashion, infatti, si ottiene in fase di creazione: è questo il principale motivo per cui il riutilizzo è l’azione migliore che si possa compiere, per sé e per il proprio futuro.

REUSE capi sostenibilità

Non tutti i capi si prestano al riutilizzo, ma solo quelli prodotti con materie prime di tutto rispetto, e per cui si investe un po’ in più. Nell’ottica del re-wear, dunque, c’è il riconoscimento implicito del valore di ciò che si indossa, un momento più ragionato rispetto al mero apprezzamento per la novità del momento, nonché un’occasione di creatività per poter offrire chiavi di lettura diverse ai propri look, magari con abbinamenti audaci e in linea con i nuovi trend, o comunque simbolo di una propria, forte, identità stilistica e ideologica.

Combinare e ricombinare i propri capi, condividerli, o portarli a diventare dei custom in linea con la propria identità, è il valore aggiunto alla propria personalità, nonché, finalmente, un attestato di valore della persona che agisce per il bene della comunità.

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