Cosa significa l’addio di Sabato De Sarno a Gucci?
STYLE
7 Febbraio 2025
Articolo di
Michela Frau
Cosa significa l’addio di Sabato De Sarno a Gucci?
Ennesimo divorzio nella moda: Sabato De Sarno si separa da Gucci dopo soli due anni di lavoro come creative director. L’annuncio è arrivato questa mattina con un breve comunicato diffuso da Kering e, sebbene definirlo inaspettato sarebbe decisamente inappropriato (sono mesi che i rumor si susseguono), è inevitabile che la notizia faccia sorgere lecite domande. De Sarno ha effettivamente avuto il tempo di mettere in atto la sua visione per maison della doppia G?
Approdato in casa Gucci a gennaio 2023, dopo aver maturato esperienza in Prada, Dolce & Gabbana e infine in Valentino (dove era arrivato nel 2009, guadagnando nel tempo posizioni di sempre maggiore prestigio fino a diventare il fidato braccio destro di Pierpaolo Piccioli), a De Sarno era stato affidato il compito di risollevare le sorti della griffe fiorentina dopo anni di vendite stagnanti. Tuttavia, prendere il posto di Alessandro Michele – che con la sua estetica massimalista aveva guidato Gucci attraverso stagioni di sovraperformance (inevitabilmente non infinita) – era chiaramente un compito complesso, ancor di più in un momento in cui il settore del lusso globale sta attraversando una crisi profonda. In questo scenario, due anni sono abbastanza?
«Vorrei esprimere la mia profonda gratitudine a Sabato per la sua passione e dedizione a Gucci. Apprezzo sinceramente il modo in cui ha onorato, con impegno profondo, l’artigianalità e il patrimonio del marchio», ha dichiarato Stefano Cantino, neoeletto CEO che dal 1° gennaio 2025 ha preso il posto precedentemente occupato da Jean-François Palus. Se dovessimo infatti identificare il lascito del creativo partenopeo, di sicuro dovremmo parlare dell’artigianalità, tanto decantata a parole ma spesso messa in secondo piano quando arriva il momento di tirare le somme.
Perché se è vero che la creatività potrebbe essere la carta vincente da schierare per superare la crisi, è altresì vero che la creatività non è solo quella dirompente, esagerata e disturbante. Esiste anche quella sussurrata, che si racconta attraverso il recupero di raffinate lavorazioni, lo studio accurato dei tagli sartoriali e gli accostamenti di colori, come il verde lime che trova un compagno fedele nel burgundy. O meglio, nel Rosso Ancora, quella tonalità che riporta all’epoca in cui Guccio Gucci era un giovanissimo porter all’Hotel The Savoy di Londra, e che ha indiscutibilmente influenzato le proposte per la stagione in corso.
«Non c’è progetto importante che possa realizzarsi senza la passione, la testa e il cuore di persone straordinarie. A queste voglio dire: ricordatevi sempre di sorridere. Perché sorridere è la misura del restare fedeli a se stessi di fronte a ogni opportunità e a ogni sfida», commenta Sabato De Sarno nel post pubblicato su Instagram a seguito della diffusione della notizia. Restare se stessi, metterci passione, testa e cuore, non è tuttavia bastato, perché, oggi più che mai, i numeri sono determinanti, e quelli di Gucci da tempo sono in calo. Sebbene si dovrà attendere l’11 febbraio per i risultati definitivi dell’esercizio 2024, il -26% delle vendite del terzo trimestre è già un chiaro indicatore.
A chi verrà ora affidato l’ardua impresa? Le voci si susseguono, e tra le più insistenti c’è quella che vedrebbe Hedi Slimane – che avrebbe già acquistato una casa a Milano – pronto a diventare il numero uno della creatività di Gucci. Ancora una volta, sarà il tempo a dare le risposte. Un tempo che si fa sempre più impaziente, come se l’accezione di “fast“, un tempo relegata esclusivamente alla velocità del rilascio delle nuove collezioni, abbia ormai permeato tutti gli aspetti della moda, schiacciando, in alcuni casi, anche il tempo della creatività.
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