Tutto si può dire, ma non che Anthony Vaccarello non sia coerente con sé stesso, con il brand che guida e persino con Yves Saint Laurent in persona. Il designer alla guida del marchio francese in seno a Kering ha fatto quello che pochi riescono: ovvero stupire senza strafare, stravolgere o cambiare quello che è il dna della casa. Saint Laurent fa entrare nel vivo della fashion week parigina la moda tutta, lasciandosi alle spalle l’inverno, fatto di tinte scure e rigore grigio, per lasciare spazio a una Uomo Summer 2026 luminosa seppur ricca di tinte sbiadite e riferimenti che sembrano venir fuori da una pellicola vintage in Super 8.

È una declinazione artistica, referenziale e a tratti citazionistica la passerella che Vaccarello porta sotto la cupola della Bourse de Commerce dove al centro si erge l’installazione dell’artista francese Céleste Boursier-Mougenot, una piscina circolare con centinaia di ciotole di porcellana che scontrandosi immergono i presenti in una armonia casuale e al tempo stesso danno ritmo ai looks che gli sfilano accanto.

I riferimenti al fondatore della casa ci sono tutti: silhouette intime, globe-trotter e che sanno di vita, quella privata e non pubblica. Si evocano le atmosfere sospese degli anni ‘70, tra Parigi e Fire Island, e i volumi un po’ eighties. E quindi ecco comparire gli shorts che richiamano un giovane Saint Laurent intento a giocare a tennis. I capi si tingono delle sfumature cromatiche e di abbinamenti, come l’ocra o il kaki, che animano i quadri di Larry Stanton, artista americano scomparso per AIDS nel ‘84. Spuntano i pantaloni plissetti, morbidi, scivolati da stringere vistosamente con una cintura perché è come se fossero di una taglia sbagliata.

La sartorialità di certo non manca nemmeno in questo défilé, ma è rivista. La serietà da business man è stata per un momento smussata anche grazie alla trasparenza e il touch tecnico di bluse moderne. Tra pijami a righe e vistosi occhiali vinilici, la vera protagonista è però la camicia con o senza le spalle importati, con le sue tasche e con il suo gioco di vedo e non vedo che nasconde la cravatta, infilata con cura ma distrattamente nello spazio tra un bottone e l’altro.

Vaccarello sa come ipnotizzare la moda, sa accostare i colori con calma calibrata ma d’impatto e sa come realizzare una collezione coerente e allo stesso tempo moderna. Non tradendo il passato, ma senza essere un momoir malinconico.