Saint Laurent omaggia il design italiano nel nuovo store di Montenapoleone a Milano
STYLE
24 Settembre 2025
Articolo di
Michela FrauSaint Laurent omaggia il design italiano nel nuovo store di Montenapoleone a Milano
Come se fosse il salotto di una dimora nobiliare milanese, tra finiture in stucco antico, importanti pezzi di design e una scenografica e lucidissima scala centrale in legno di eucalipto che si impone nello spazio connettendo i tre piani. Finalmente, dopo mesi di restauro, riapre il flagship store di Saint Laurent al numero 8 di Via Montenapoleone a Milano. Uno spazio rinnovato e quasi raddoppiato nelle sue dimensioni, che è ufficialmente il primo in Italia a interpretare il nuovo concept retail della maison del gruppo Kering, dopo le aperture a Parigi e New York.
Situato all’interno di un edificio storico risalente al XVI secolo, ricostruito poi nel 1952, il nuovo flagship tra tappeti, divani e arredi che rimandano all’intimità di un ambiente domestico, è stato ideato anche come tributo alla città di Milano. Lo dimostra il pavimento, in Ceppo di Gré, pietra lombarda per eccellenza, e in Marmo di Candoglia, lo stesso utilizzato nientedimeno che per il Duomo. Materiali nobili che dialogano sia con l’onice retroilluminato, lo stesso impiegato nella location che ospitò il defilé dedicato alla collezione Fall/Winter 2025, sia con la pelle, prima scelta da Anthony Vaccarello per le sue creazioni realizzate nel 2024, e che ora veste mensole e sedute dislocate sugli oltre 1.320 mq dello store.
Una scelta che racconta l’approccio dello stilista belga e la sua volontà di creare un racconto equilibrato tra passato e presente, capace di trasmettere una coerenza narrativa che resti intatta con il passare delle collezioni e che si rifletta anche negli store. In linea con la volontà di creare uno spazio che non sia semplicemente un luogo commerciale, ma piuttosto un ambiente culturale in cui omaggiare anche i grandi esponenti del design italiano, la maison ha impreziosito i tre piani con opere e arredi firmati da nomi del calibro di Gio Ponti, Gaetano Pesce, Marco Zanuso, la famiglia Scarpa e Alto Tura, oltre a un tavolo di Vincenzo De Cotiis, commissionato appositamente per l’occasione.
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