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16 Agosto 2019

Articolo di

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Redazione

Salmo VS Luchè: Dissing a colpi di stile

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16 Agosto 2019

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Redazione

Salmo VS Luchè: Dissing a colpi di stile

Da qualche giorno ormai, il dissing tra Salmo e Luchè, due colonne portanti della scena rap nazionale, sta infiammando le discussioni sui social tra i fans più accaniti dei due artisti e non, creando un enorme scompiglio e generando un incredibile attenzione intorno a questo avvenimento.

Arrivati a questo punto della vicenda, nel momento in cui le acque sembrano calmarsi e la situazione tornare a una certa stabilità, ci sembra giusto offrirvi un piccolo riassunto della situazione, per poi concentrarci in modo più approfondito sulle figure degli artisti e concedervi un quadro generale sui loro profili e il loro background musicale e stilistico.

Il tutto ha avuto inizio quando Salmo, nel bel mezzo di un moto di superiorità, non ha resistito a condividere il suo pensiero in merito ai risultati discografici diffusi settimanalmente da Fimi. Ha dunque definito i suoi ultimi due progetti come i migliori del 2018/2019, non tanto per la loro capacità di raggiungere la vetta delle classifiche, quanto per la forza di rimanere ai vertici per così tanto tempo.

Poco dopo, Luchè è intervenuto tramite il proprio account Instagram, spiegando di voler condividere in quello spazio il commento che più volte aveva cercato di pubblicare sotto la foto di Salmo, vedendoselo puntualmente eliminare. Il rapper napoletano ha accusato il suo collega non solo di produrre strumentali non all’altezza, ma lo ha anche apostrofato dicendo che il beat di “Marylean” assomigliasse molto a quello di “Je Ce Credevo”, arrivando alla conclusione che i due album rilasciati da Salmo quest’anno non siano assolutamente i migliori, in quanto il rapper di Olbia più che un artista, preferisca dedicarsi al marketing.

La questione è andata avanti per qualche giorno, tra scambi di battute tra i due attraverso i propri profili social, e l’intervento di altri rapper, che si sono schierati a favore di uno o dell’altro. Molti hanno addirittura ipotizzato l’inizio di una sorta di “Civil War”, altri sognano un tuffo nel passato, sperando che la situazione si risolva unicamente a colpi di musica: noi ci sentiamo di dire che quasi certamente si sia formata una crepa indelebile all’interno del rap game nazionale.

Ma chi erano Salmo e Luchè prima del 2019? Quali figure si nascondono realmente dietro gli artisti che durante quest’anno si sono consacrati davanti all’interno pubblico italiano?

Maurizio Pisciottu, in arte Salmo, è un artista sardo che sin dagli albori della sua carriera ha avuto una costante devozione verso la musica, rendendola la propria musa e lavorando sempre in funzione di quest’ultima. Quello che molti forse non conosceranno, è il background discografico che ha anticipato la carriera da rapper dell’artista, il quale prima di trovare il successo e l’affermazione grazie a questo genere musicale, si esibiva all’interno di un gruppo metal/hardcore, possedendo dunque una forte connotazione punk undergound, che più volte è riemersa nei suoi testi e nelle strumentali da lui prodotte.



La cultura urban, sviluppata e diffusasi in maniera esponenziale solo recentemente, nasce in modo indiscutibile da una forte base underground, unita alla perfezione alla vita di strada e al lifestyle a essa collegato. Da bravo imprenditore, oltre che artista, Salmo ha compreso il suo talento ed è stato abile a imporsi e sfruttarlo in tutte le direzioni possibili, facendo della propria arte anche un mezzo attraverso il quale realizzare una collezione di abbigliamento. Da questa idea condivisa insieme a un gruppo di amici, e dalla forza di quest’ultima, nasce un progetto concreto, resistente e duraturo: “Doomsday Society”. Ad oggi il brand vanta diverse collezioni all’attivo e migliaia di capi venduti in pochi anni, grazie alla forte influenza da parte del mondo metal nei font e nelle grafiche, e dalla cultura urban (il logo ritrae uno squalo martello con uno skate deck riprodotto sul muso).




Lo stile inconfondibile del marchio sicuramente si rifà perfettamente ai gusti e alle abitudini di Salmo, il quale molto spesso viene fotografato mentre indossa delle giacche di jeans foderate in sherpa, oppure degli shorts con un fit boxy, mentre ai piedi è solito portare delle classiche Timberland Boots o delle Air Force 1 SF.

Per quanto riguarda Luchè, invece, i temi da trattare sono altrettanti e di pari importanza, considerando il forte attaccamento del rapper verso la propria città natale, con la quale ha avuto un rapporto intenso e complicato, fatto di amore e vari allontanamenti.

Luca Imprudente è stato una delle figure chiave per quanto concerne la nascita e l’affermazione del movimento hip hop a Napoli, imponendosi come uno degli artisti più apprezzati e soprattutto longevi della penisola. L’inizio della sua ascesa si può indubbiamente datare al 1997, quando insieme a Ntò, Denè e Dayana fonda il gruppo dei Co’Sang, che lo porta alla consacrazione prima nel panorama partenopeo e poi in quello nazionale. Quando il gruppo si scioglie nel 2012, Luchè pubblica i suoi primi due album da solista: “L1” e “L2”. Durante questo lasso di tempo, il rapper napoletano vive un periodo buio della propria carriera, durante il quale viene allontanato dalla scena partenopea e escluso dal rap game nazionale. Il riscatto arriva nel 2016 con “Malammore” e il tanto atteso successo nel 2018 con “Potere”, disco grazie al quale l’artista finalmente si sente amato e benvoluto, con la consapevolezza di avere i mezzi per riprendersi la sua città solo attraverso la musica, venendo acclamato proprio come un re.



Per quanto riguarda invece la street culture, anche Luchè porta alle spalle un passato fatto di passione verso questo mondo. Nel 2014 fonda insieme ad alcuni suoi amici (tra cui anche CoCo) “Black Friday”, un brand che strizza l’occhio allo streetwear per i temi dell’esclusività e della ricercatezza, e che prende il suo nome dalla celebre giornata di sconti istituita dagli americani per quanto riguarda i prezzi.



Da quello che emerge dalle sue dichiarazioni e dagli scatti che lo ritraggono, Luchè è un grande appassionato dello urban lifestyle e soprattutto della sneakers culture, tanto da apparire mentre indossa prodotti ricercati e in tiratura limitata, come le iconiche Jordan 1 (anche nella colourway “Chicago” in collaborazione con Off-White) e alcuni modelli di YEEZY, come le 700 “Wave Runner”.


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