HOUSE

28 Novembre 2025

Articolo di

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Valentina Alfarano

La casa dei sogni di Salvador Dalì

HOUSE

28 Novembre 2025

Articolo di

Valentina Alfarano
Salvador Dalí casa Portlligat spagna
Alice Inggs per The World of Interiors

La casa dei sogni di Salvador Dalì

Sulla costa aspra e luminosa di Portlligat, vicino a Cadaqués, esiste uno di quei luoghi unici al mondo, che sembrano appartenere più ai sogni che alla realtà: non poteva che essere la casa di Salvador Dalí, il rifugio dove l’artista visse e lavorò per oltre cinquant’anni insieme a Gala, sua musa e compagna di vita.

La sua particolarità è immediata e quasi disorientante: questo straordinario edificio nacque da un umile gruppo di capanne di pescatori, che Dalí trasformò progressivamente in un universo labirintico, un organismo vivo capace di crescere e mutare al ritmo dei suoi due abitanti. La costa di Portlligat e la casa si appartengono a vicenda, come se l’una fosse il riflesso dell’altra: entrambe rivelano la stessa energia tellurica e magnetica, la stessa tensione verso la metamorfosi.

Qui, tra il sale e le rocce, Salvador Dalí trovava forma alla sua ossessione per la materia, per l’illusione ottica e per la vita che si reinventa all’infinito. Sul tetto della casa troneggiano le iconiche sculture a forma di uova bianche giganti, simbolo ricorrente nell’immaginario daliniano, che per lui rappresentava la vita prima della nascita, la purezza e la speranza: un omaggio alla perfezione originaria, al mistero dell’amore e della creazione. Questi enormi gusci candidi dominano la casa come sentinelle del sogno, fondendo architettura e simbolismo in un solo gesto poetico.

Salvador Dalí casa Portlligat spagna

Coco Capitán per Apartamento

Varcare la soglia di questa dimora significa allora entrare nella mente del genio catalano, assaporandone la follia e la precisione insieme. Nulla è ordinario: le stanze si rincorrono in dislivelli e passaggi stretti, scale che finiscono nel vuoto, aperture asimmetriche che incorniciano sempre la stessa baia, quel mare che sembra respirare insieme alla casa. Tutto parla di trasformazione, di un pensiero in costante movimento.

All’ingresso, a dare il benvenuto, un orso bianco impagliato regge una lampada e una pila di carte, come un custode ironico del mondo daliniano. È il preludio a un percorso costellato di simboli: il celebre divano Mae West, la collezione di oggetti tassidermici che popolano salotti e biblioteche, i cigni imbalsamati che vegliano dall’alto sulle letture di Gala, ogni dettaglio è un gioco di rimandi, un teatro dell’assurdo che sfuma il confine tra arte e quotidiano. Il fulcro della casa è l’atelier, lo spazio più intimo e silenzioso.

Salvador Dalí casa Portlligat spagna

Alice Inggs per The World of Interiors

Le finestre affacciate sulla baia restituiscono quella stessa luce che attraversa molte delle opere del pittore, dal Grande Masturbatore allo Spettro del sex appeal. Accanto all’atelier si trova la Sala Ovale, rifugio privato di Gala: una stanza semisferica, intima e riverberante, dove ogni sussurro diventa musica e le pareti avvolgono come un guscio. Si dice che l’idea sia nata da un progetto di sala da ballo a forma di riccio di mare, un’immagine che riassume alla perfezione l’immaginario daliniano, sospeso tra natura e artificio, eros e contemplazione.

Salvador Dalí casa Portlligat spagna

Alice Inggs per The World of Interiors

Il giardino esterno è altrettanto sorprendente: una sequenza di terrazze punteggiate di ulivi e melograni, dove statue e oggetti si mescolano con leggerezza al paesaggio. In fondo, una piscina dalla forma sinuosa e provocatoria è incorniciata da poster Pirelli, figure di Michelin e sculture improvvisate. Poco più in là, tra i rami contorti, emerge il “Cristo dei rifiuti”, un assemblaggio di resti portati dal mare dopo una tempesta: anche dal caos, Dalí sapeva trarre un’estetica. Ogni frammento diventava per lui rivelazione.

Oggi la Casa-Museo di Portlligat è una tappa di pellegrinaggio per chi desidera toccare con mano l’anima più umana e visionaria dell’artista. Camminando tra i suoi corridoi sembra quasi di sentirlo ancora, curvo sul cavalletto, mentre Gala legge nella luce dorata della baia e il mare, fuori, continua a muoversi come un pensiero.

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