Qualche giorno fa è stata svelata la tanto attesa collaborazione tra Supreme e MM6 Maison Margiela: tra gli item più iconici e gli accessori più particolari della capsule collection ce n’è uno che ha sicuramente attirato l’attenzione del pubblico: una parrucca bionda. Ma perché è stata inserita nel drop?

Oltre a essere l’oggetto più eccentrico, la parrucca è l’elemento più costoso della capsule – parliamo di 1.398 euro – e rappresenta un omaggio alla collezione SS09 di Martin Margiela, in cui il designer ha trasformato in maniera rivoluzionaria e ingegnosa gli scarti di parrucche di scena in un capolavoro di haute couture. La parrucca del drop è chiusa all’interno di un sacchetto di plastica con il co-branding costituito da box logo e serie numerica, e intreccia l’eredità dello stilista belga e la sua propensione a riciclare materiali con lo spirito avanguardista che da sempre caratterizza il brand streetwear newyorkese.

Ma facciamo un passo indietro perché per arrivare alla sfilata del 2008 bisogna partire dal 1996, quando lo studio di design BLESS – con cui il marchio streetwear ha collaborato lo scorso anno – ha creato una parrucca in stile “Ziggy Stardust”, che è stata poi pubblicata sulla rivista i-D.

Lo stilista ne rimase folgorato e propose al brand una collaborazione per la collezione successiva chiedendo che i cappotti venissero realizzati con vecchie pellicce antipulci e che fossero riciclate nei suoi laboratori. Le modelle che sfilarono in passerella per la collezione Fall/Winter 1997 indossavano quelle parrucche, in vari colori e dimensioni.

Successivamente, in occasione del 20° anniversario del marchio e per la sua quarantesima sfilata, fu pensato l’iconico e provocatorio “Wig Coat”, realizzato a mano per la linea Artisanal della maison e costituto interamente da parrucche bionde con radici scure, la stessa che troviamo nella capsule in partnership col brand newyorkese.

Inserendo la wig all’interno del drop, si è voluto dunque tributare l’innovazione del geniale stilista, la sua storia e l’artigianato del marchio, oltre che la sua magistrale capacità di riuscire a riutilizzare i materiali per dar vita a nuovi capi e dimostrare di riuscire certamente a vincere la sfida dell’upcycling in tempi non sospetti.