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2 Dicembre 2025

Articolo di

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Giorgia Monti

Perché la testa di Medusa è il simbolo di Versace?

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2 Dicembre 2025

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Giorgia Monti
testa di Medusa simbolo Versace storia
Versace

Perché la testa di Medusa è il simbolo di Versace?

79 anni fa, il 2 dicembre 1946, a Reggio Calabria nasceva uno degli stilisti più rivoluzionari della storia della moda. Parliamo di Gianni Versace. La sua vita ha conquistato le luci della ribalta per diversi motivi: da un lato una carriera incredibile sancita di successi e dall’altro una tragica morte diventata un caso di cronaca internazionale. La sua storia è stata spesso motivo di discussione e curiosità, tanto da essere d’ispirazione per la creazione di serie televisive di successo, libri e mostre. Il tutto, considerando soprattutto il profondo contributo al mondo della moda, che ha portato alla creazione di un interesse inesauribile attorno al mito di Versace

Ma forse il piccolo Gianni, in cuor suo, sapeva già che la vita gli avrebbe riservato il successo che meritava. Lui che fece valere la sua passione fin da giovanissimo lavorando nell’atelier gestito da sua madre, a cui è sempre stato profondamente legato. Ma da gran sognatore quale era, dopo gli studi decise di abbandonare la sua regione per trasferirsi a Milano e iniziare a lavorare come disegnatore d’abiti per diversi brand. Pochi anni dopo, nel 1978, al Palazzo della Permanente presenta la sua prima collezione donna firmata con il suo nome. Da questo momento tutto cambia e il successo lo travolge. 

Sigla collaborazioni incredibili con artisti internazionali, diventa costumista per diversi balletti teatrali della città, crea il mito delle top model e porta in Italia un nuovo tipo di libertà femminile: sensuale, provocatoria, ma anche ironica e glamour. Gianni Versace diventa il simbolo della cultura pop prima ancora che questa possa nascere. È grazie a un suo abito, il Jungle Dress, che Google ha creato la ricerca Immagini. E sempre lui ha inventato l’oroton, il tessuto in maglia metallica che ha scolpito le silhouette delle donne. 

Gianni Versace Donatella Versace Medusa

Evelyn Hofer/Getty Images

Ha sancito una rottura con gli stilemi del passato rendendosi portavoce di una rivoluzione che non si è risparmiata nulla: le sue collezioni potevano essere barocche, classiche, punk e anche bondage. Ha attinto dal mondo spirituale e musicale, dalla letteratura e dall’arte, fino ad arrivare alle sue origini che l’hanno ricondotto alla mitologia greca. E sono state proprio loro a portare alla creazione di uno dei loghi più famosi del mondo della moda. 

Del resto, Versace viene definita la maison della Medusa, ed è impossibile nominarla senza pensare al simbolo che ne ha forgiato la storia. Ma come è nato il famoso logo?

Tutti conosciamo Medusa per i suoi capelli di serpente e per avere uno sguardo che pietrifica chiunque lo incontri. Il suo nome in greco antico vuol dire “protettrice” e le storie più arcaiche raccontano che insieme alle sorelle Steno ed Euriale, fosse una delle tre Gorgoni, figlie delle divinità marine Forco e Ceto. Erano esseri spaventosi con ali, artigli e zanne. 

Ma esistono anche altre versioni di questa storia, che raccontano una delle figure mitologiche più interessanti e, forse, erroneamente identificate. I miti classici di autori come Ovidio ed Esiodo narrano una trama diversa, fatta di sofferenza e ingiustizia. Per loro Medusa rappresenta il dolore e la rabbia di una donna che per un’ingiustizia si è vista portar via la sua libertà. Secondo questa versione era una giovane sacerdotessa devota ad Atena, la stessa dea della saggezza e della guerra che decise di punirla. A quanto pare Medusa fu vittima della violenza di Poseidone, dio del mare, che si approfittò della ragazza all’interno di un tempio sacro dedicato ad Atena. E proprio la dea, invece di condannare il gesto di Poseidone decise di punire Medusa, che venne trasformata nel mostro dall’aspetto spaventoso che tutti conosciamo. La sua voce si trasformò in un urlo squarciante e la sua bellissima chioma dei serpenti velenosi. E dunque la giovane sacerdotessa, per un’ingiustizia divina, divenne la donna che gli uomini dovevano temere per paura di essere pietrificati. 

«Quando le persone guarderanno Versace dovranno sentirsi atterrite, pietrificate, proprio come quando si guarda negli occhi la Medusa» disse Gianni Versace. All’inizio degli anni ’90, quando lo stilista era alla ricerca di un logo che potesse rappresentare la personalità prorompente della griffe, non potè che pensare alla sua terra d’origine ricca di storia. Non potè che pensare a Reggio Calabria, città affacciata sul Mar Mediterraneo e culla delle antiche civiltà e dell’arte greca ed etrusca. E nella sua mente fu semplice ricordare quando da bambino rimase affascinato, se non pietrificato, alla vista di Medusa, quando non lontano da casa durante alcuni scavi archeologici si trovò al cospetto di una testa in marmo che raffigurava il gorgone. 

«Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d’Alta Moda. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, dove ho cominciato a respirare l’arte della Magna Grecia». E quindi la testa di Medusa non potè che essere il logo perfetto per rappresentare la maison. Per rappresentare la forza di un giovane che a soli 25 anni andò via di casa per inseguire il suo sogno, per vestire le donne di sensualità e audacia.

Del resto, il mito di Medusa ha sempre affascinato il mondo della letteratura e dell’arte. Dalle rappresentazioni più antiche dell’avanti Cristo, alle citazioni in La metamorfosi di Ovidio e La Divina Commedia di Dante. Dai dipinti più noti come Scudo con testa di Medusa di Caravaggio alle sculture come Perseo con la testa di Medusa di Cellini. A lei sono dedicate perfino Le Medusae Fossae, formazioni geologiche su Marte. 

testa Medusa Rondanini simbolo Versace storia ispirazione

Versace invece scelse di ispirarsi alla scultura di marmo Medusa Rondanini, realizzata nel periodo augusteo come copia di un originale greco di epoca classica o ellenistica, e la mise all’interno di una cornice circolare grecata come fosse una moneta antica. E dal 1993, anno in cui il mito ha iniziato a far parte della maison, il logo non ha mai subito grandi cambiamenti. Dopo la scomparsa dello stilista, nel 1997, è rimasto visibile solo il cognome, arcuato e posto sotto lo stemma, mentre nel 2008 attraverso un restyling grafico è stato scelto un font più spazioso, le lettere sono state distanziate e il logo è stato alleggerito. Ma la Medusa è sempre rimasta lì, incastonata nei bottoni, stampata sulle camicie, intessuta sui complementi d’arredo e disegnata sugli accessori. Ed è ancora impressa sul pavimento di Casa Casuarina, la villa di Miami dove Gianni Versace venne assassinato nel 1997.

«Quando ho dovuto scegliere un simbolo, ho pensato all’antico mito: chi si innamora della Medusa non ha scampo. Allora, perché non pensare che chi è conquistato da Versace non può tornare indietro?». Gianni Versace ha preso ispirazione da un mito inconsapevole che lo sarebbe diventato lui stesso ed è riuscito a conquistare molto più di quello che purtroppo ha potuto vivere. 

Come sarebbe la maison oggi se Gianni Versace fosse ancora in vita? Dare una risposta è impossibile, ma quasi certamente possiamo immaginare che la testa di Medusa lo accompagnerebbe ancora. 

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