Esagerare, stupire, meravigliare: sono verbi che descrivono alla perfezione l’iconica serata del Met Gala, che come ogni primo lunedì del mese di maggio si tiene al Metropolitan Museum di New York per finanziare il Costume Institute, che conserva una collezione di abiti che vanno dal Quattrocento fino ai nostri giorni e che inaugura la mostra annuale curata proprio dal Costume Institute, quest’anno intitolata “Sleeping Beauties: Reawakening Fashion”.

Curato da Anna Wintour, che approva gli ospiti, i loro abiti e ogni minimo dettaglio della serata, più che una cena di beneficenza il Met Gala è una vera notte degli Oscar per la moda: protagonisti brand che finanziano, celebrity che sponsorizzano, milioni di spettatori che commentano e soprattutto gli outfit più assurdi della serata che si ispirano ogni anno a un tema diverso. 

Il dress code di questa edizione era “The Garden of Time”, dal nome dell’omonimo racconto breve scritto dall’autore inglese J. G. Ballard nel 1962. Ecco quindi che le maestose scalinate del museo che fanno da red carpet hanno visto sfilare abiti floreali, sui toni del verde e del marrone e se c’è stato qualcuno che non ha preso alla lettera il tema, c’è anche chi lo ha reinterpretato in maniera sorprendentemente vincente. 

La cantante sudafricana Tyla ha scelto infatti di partecipare alla serata con un abito fatto di sabbia firmato Balmain per sottolineare il concetto del tempo che scorre, sfuggendo: letteralmente scolpito sul suo corpo – tanto che l’artista è stata presa di peso e aiutata da 4 assistenti per poter salire le scale -, l’abito, senza spalline, aveva un taglio a sirena e una lunga coda come strascico impreziosito da dettagli in cristallo.

Per realizzare il vestito il team creativo ha pressato la sabbia, utilizzata in tre tonalità diverse, e i dettagli in cristallo direttamente sul tessuto modellato da un calco in gesso del busto. Notevole e super impattante poi il dettaglio della clutch a forma di clessidra per completare il look.