Alta moda e alta cucina si incontrano al numero 30 di Avenue Montaigne, dove Yannick Alléno prenderà le redini del ristorante Monsieur Dior. Lo chef parigino, tra i nomi più influenti della gastronomia mondiale e a capo di un impero di 19 ristoranti che gli hanno già fruttato 17 stelle Michelin, succede a Jean Imbert che ha guidato il locale per tre anni (per poi decidere di lasciare il mondo della ristorazione a causa di alcune controversie legali).

Il ristorante, firmato dall’archistar Peter Marino e situato nel cuore del flagship parigino della maison di LVMH, ora accoglie le creazioni del maestro della Modern Cuisine, che per l’occasione ha ideato un nuovo menù ispirato alle passioni di Monsieur Dior: dai giardini fioriti al suo amore dichiarato per la buona cucina.

Kristen Pelou

«Il giardino e la tavola erano i suoi momenti di pace, un modo per riposare la mente e ricaricare la creatività», ha dichiarato a WWD lo chef pluristellato, che oltre al ristorante principale guida anche il locale nell’atrio della boutique, ora ribattezzato Le Jardin, e il Café Dior presso La Galerie. Luoghi dove sarà possibile immergersi nell’anima e nell’heritage della maison, gustando l’Oeuf Christian (un delicato uovo in camicia con jambon, tanto amato dallo stilista), gli spaghetti con pesche e zucchine, impreziositi da romantici petali, o una scenografica couture Lasagna con pieghe di carciofo.

Piatti che esprimono le tecniche più raffinate messe a punto dallo chef, maestro di salse e fermentazioni, e che ha ideato il nuovo menu pensando a ciò che lo stilista avrebbe apprezzato oggi. Punto di partenza è La Cuisine Cousu-Main, libro illustrato di cucina pubblicato dalla maison nel 1972 e dedicato ai piatti che lo stilista amava, recuperato da Alléno anni fa in un mercato delle pulci.

Si arricchisce così di un nuovo capitolo, il rapporto che da anni lega lo chef al colosso francese. Risale al 2008 l’inizio della collaborazione, quando Bernard Arnault gli affidò le redini del ristorante Le 1947 dell’Hotel Cheval Blanc di Courchevel, proseguita poi negli anni con diversi progetti che hanno coinvolto altre griffe del gruppo, tra cui Louis Vuitton e Moët & Chandon.