STYLE

20 Febbraio 2023

Articolo di

string(9) "Redazione"
Redazione

Ieri, oggi, domani di Balenciaga

STYLE

20 Febbraio 2023

Articolo di

Redazione
Dua Lipa Balenciaga

Ieri, oggi, domani di Balenciaga

In vista della sfilata Balenciaga che si terrà a marzo, molti, e lo stesso Demna, si sono interrogati su cosa ne sarà delle future collezioni alla luce degli ultimi avvenimenti che l’hanno visto coinvolto. Una situazione scomoda che è stata associata alla personalità fortemente unconventional e sovversiva del direttore creativo, ma che, come da lui stesso dichiarato, c’entra poco con le collezioni che negli anni ha curato. Una disamina, dunque, alla luce delle radici della maison, dal suo fondatore Cristobal, passando per Ghesquière, sino a giungere all’attuale gestione creativa guardando al futuro.

Alle radici di Balenciaga, nel salone di Cristobal

Nato alla fine del 1800, Cristobal Balenciaga resta, tutt’oggi, uno dei coutourier maggiormente apprezzati e ricordati nel panorama fashion, come più volte sottolineato da Christian Dior, ad esempio. Dalla Spagna alla Francia, il viaggio costituisce buona parte della sua misura stilistica: l’irriverenza degli abbinamenti, quali il rosso e il nero, tipici della penisola iberica, soprattutto sui vestiti di scena, per il bolero ad esempio, furono introdotti nella capitale dell’alta sartoria quando aveva solo 20 anni. Due bagagli culturali da cui trarre ispirazione, una gioventù fresca da sfruttare, e una madre che si è sempre dedicata con passione al sartoriale, furono la ricetta perfetta per il suo successo.

Contaminazione, dunque, di stili, generi, tagli, materiali, con maniacale precisione e ossessione. Abilissimo al taglio, l’idea attorno cui si costituiva il suo lavoro era il corpo umano, andandolo a valorizzare con linee geometriche ma morbide, precise ma stravaganti nella scelta degli abbinamenti. Nella Parigi del dopoguerra ci fu un’invasione di colori, il rosso e il nero su tutti, e materiali di spicco come il pizzo, sapientemente dosato, per renderlo protagonista delle sue creazioni innovative e geniali quali le camicie senza colletto, le scollature piatte, gli abiti a palloncino, a tunica, a sacca o scamiciati.

Tutto ciò che può contrastare in sé e per sé è valido per essere sfruttato in una creazione, è l’essere umano, nella sua piena e totale essenza, a contraddirsi spesso, tra punti di luce e lati oscuri, nascosti, e lui voleva raccontare questo, non voleva tradirne l’essenza intrinseca, ma valorizzarla e renderla visibile agli altri. Dunque, i colori, che sono più del 40% di una collezione, essendo il primo elemento riconoscibile: forti e profondi, il verde bottiglia, il giallo limone, il viola, il nero, il rosa confetto e il rosso, a sublimare il suo taglio geometrico. In secondo luogo, i tessuti prediletti: la seta, il taffettà, il tweed e il canvas spesso venivano mescolati a tessuti nuovi, sperimentali, come il nylon.

In senso lato, Balenciaga potrebbe essere stato realmente il primo designer poliedrico e sfaccettato poiché, anche i suoi diretti competitor, gli riconoscevano doti scultoree, artistiche e architettoniche, in una sinfonia geometrica sapientemente costruita. L’ideale alla base dei suoi lavori è di distaccarsi dalla costrizione corporea a cui spesso le donne dovevano sottostare, grazie ad una scelta sapiente di materiali e stoffe diverse, che ammorbidissero la silhouette valorizzandola in pieno.

L’apporto di Ghesquière nel solco della tradizione

Quando alla fine degli anni ’60 inizia ad affermarsi l’idea di una moda pret-à-porter, capisce che è il momento di lasciar spazio a nuove personalità creative, e proprio nella figura di Ghesquière continuerà a rivivere questo moto di ricercatezza e finezza, pur con l’intento di aprirsi ad un pubblico sempre maggiore. Nei suoi 15 anni di direzione creativa ha incarnato perfettamente la mission del brand, grazie ad un piano di sviluppo aperto e accogliente nei confronti delle nuove spinte generazionali, riproponendo capi d’archivio in chiave attuale, nonché una nuova attenzione al mondo menswear, e a tutto ciò che orbita attorno ad un outfit: dalla scelta della fragranza da abbinare, ad una linea eyewear, sino agli accessori per concludere un look.

Un nuovo capitolo firmato Demna

Dopo un periodo di transizione operato da Alexander Wang per Balenciaga, a trainare la maison ci ha pensato Demna Gvasalia, che dal 2021 è solo Demna. Il suo avvento ha portato una ventata di freschezza a un brand così fortemente radicato nell’immaginario haute couture e pret-à-porter, con quest’ultimo che ha subìto un make-up ispirato alle nuove spinte streetwear. Già a capo del collettivo Vetements, ha donato un’estetica irriverente, e talvolta stravagante, all’heritage di Balenciaga. Riproponendo tagli geometrici in una commistione di tessuti e finishing diversi, ha fatto dell’esagerazione la sua firma stilistica. Non per un vero intento di bizzarria, quanto piuttosto per un divertissement, per leggerezza e novità, per la capacità di sorprendere e stupire.

La capacità di stupire è un’arma a doppiotaglio, e lo sa bene Demna che ha dichiarato come tutto ciò che è successo dopo la campagna “Gift Shop” sia stato, senza ombra di dubbio, il periodo più difficile della sua vita, ed è proprio da questo che ha imparato i passi futuri. Se per molti quello shooting è stato interpretato come semplicemente l’ennesima irriverenza, la realtà è che non c’era alcuno scopo d’intrattenimento, anzi, è stata semplicemente una leggerezza, per cui stanno pagando.

Tutto ciò che ne è derivato ha rimescolato le carte del suo destino e di ciò che l’ha portato a scegliere di intraprendere questa strada professionale: fare abiti. Tornato subito con le mani all’opera, l’ideale del creativo è ripartire dalla creazione più che dalla comunicazione, alle proprie radici, oltre l’intento di creare qualcosa per cui chiacchierare. Lo sconvolgimento subito da questo passo falso è sicuramente servito a riorientare il focus della sua passione, e del fuoco che l’ha mosso per la prima volta in questo mondo: creare.

Rivalutare Demna oltre lo spettacolo: un futuro tutto da scoprire

Cosa aspettarsi? Semplicità. Un cercare di trasmettere al proprio pubblico ciò che ha appreso a sue spese: un nuovo focus sul marchio e sui suoi capi più che su tutto ciò che vi orbita attorno. Una scenografia essenziale a mostrare ciò che ha co-creato prima di dirigere, un atto dovuto alla maison e a tutti coloro che hanno imparato ad apprezzarla e ad apprezzarlo.

Come da Demna dichiarato, l’intento è di farsi apprezzare di nuovo come creativo prima che da uomo di spettacolo, poiché questo, a lungo andare, può aver condotto a una svalutazione del suo estro creativo in favore dell’apparire e del sorprendere ad ogni costo. Ad oggi, però, è anche importante riflettere e sperare che tutto ciò non influisca più del dovuto sul suo operato e sulla sua personalità, e che non metta a tacere completamente il suo animo interiore, sempre apprezzato tra addetti ai lavori e no. Una celebrazione a quanto Cristobal ha creato, negli anni, come mostrato nel montaggio del video di fine anno, ma speriamo anche di rivedere, tra le maglie del suo operato, quella cultura pop commerciale che ha reso Balenciaga un pilastro per il fashion system così come lo conosciamo.

@soldoutservice • latest fashion news on tik tok

advertising

@soldoutservice • latest fashion news on tik tok

advertising

most read

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

soldoutservice

related

most read

condividi su

Link copiato
negli appunti!

Iscriviti alla newsletter

Privacy(Obbligatorio)