In occasione del Salone del Mobile milanese del 1973 c’era, ovviamente, lo stand di Poltronova che presentava un sinuoso nuovo oggetto d’esposizione: lo specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass jr. 

Questo prodotto nasce all’interno di una poetica di design molto forte, di rigetto al razionalismo e al funzionalismo di quegli anni.

Ultrafragola è l’unico oggetto entrato in produzione dell’esperienza “Mobili Grigi”, ideata per Poltronova per la terza edizione di Eurodomus del 1970, che possiamo vedere come prima espressione di Design Radicale di cui Sottsass sarà il principale esponente. 

Quanto poi alle luci che escono fuori dai “Mobili Grigi”, le tombe non hanno sempre delle tremule luci che illuminano la tristezza degli spazi vaganti nella valle polverosa? E i sottomarini non hanno delle luci verdi tremolanti nella loro pancia?

Ettore Sottsass Jr.

Con Mobili Grigi, Sottsass voleva mettere in evidenza l’aridità del design a lui contemporaneo, e il grigio nelle sue sfumature era per lui il colore di qualcosa che muore, che appassisce. Anche l’Ultrafragola è un “Mobile Grigio” quando è spento, una “lapide” in fibra di vetro, che si trasforma e prende vita solo se illuminato. 

La sua forma richiama gli specchi antichi con ampie cornici foglia oro, la sua natura onirica invece è ispirata al romanzo di Lewis Carroll “Alice nel paese della Meraviglie”. 

Lo specchio Ultrafragola è molto di più di una semplice superficie riflettente, poiché quando si illumina la cornice, con il caratteristico sistema in neon rosa, diventa un punto da cui può nascere e svilupparsi tutto attorno la luce. 

Elemento distinguibile e inconfondibile è la sinuosità della cornice, che in un continuo gioco di richiami erotici, descrive la capigliatura mossa di una donna. La linea poetica alla base si muove su un filo che va dall’Eros alla forza distruttrice e mortifera del fine vita, appariscente e bizzarro, vuole omaggiare, appunto, il capolavoro di Carroll. 

Il tipico colore rosa cipria della luce si esprime dentro la cornice in PETG opalino termoformato, che va a sostituire il telaio metallico di altre tipologie di specchio. Quando è spento, lo specchio Ultrafragola appare bianco, con il contorno in plastica traslucida. La muta espressività dell’oggetto, quando è spento, entra in forte contrasto con la bizzaria della cornice, che muta e diventa piacevole, a tratti onirica, zuccherosa, dolce, fantastica quando si accende. 

Dal 1970 è stato esposto a livello mondiale in numerose e varie location, come nel 2011 nel Creative Junctions, National Museum of China, Beijing; Meet Design: An Italian Story, Museo dei Fori Imperiali, Roma; Le Fabbriche Dei Sogni, Triennale di Milano, Vitra Design Museum, Weil am Rhein, Germany; Pop Art Design, Louisiana Museum of Modern Art. 

Dall’aspetto fanciullesco e a tratti civettuolo, si vede spesso nelle case di celebrity e star, come nel caso di Frank Ocean o Lena Dunham, ma di fatto resta un complemento di arredo estremamente costoso. Questo specchio grigio e retroilluminato si presenta nella dimensione fissa di 100x13x195 al prezzo di 8.418,00 euro, ma per averne un modello vintage degli anni ’70 si può arrivare a spendere fino a 15.000 euro. 

Ettore Sottsass Jr. probabilmente riderebbe se vedesse che quello che era stato progettato come un vero e proprio manifesto di rivoluzione al crudo funzionalismo, sia diventato il simbolo di una caccia estrema al selfie perfetto, richiamando, effettivamente, le luci tipiche utilizzate da YouTuber e influencer, e che sia stato, forse, proprio lui il precursore di questo movimento.

Ancora una volta tuttavia, vale la pena notare come sopravviva solo ciò che possiede un’anima, un messaggio, qualcosa da trasmettere, che con il passare degli anni afferma una modernità a tratti insperata, a tratti disperata. E così, come una donna la cui anima si accende nei momenti meno indicati, anche un oggetto “tombale” può donare una luce avvolgente, quando nessuno ci crede più.