STYLE

5 Aprile 2023

Articolo di

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Redazione

Contraddittorio, glamour, geometrico, sofisticato Rick Owens

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5 Aprile 2023

Articolo di

Redazione
Rick Owens Michele Lamy

Contraddittorio, glamour, geometrico, sofisticato Rick Owens

A meno che negli ultimi mesi non abbiate vissuto in pieno isolamento sociale, avrete notato anche voi che Rick Owens sta conquistando le scene, tanto sulle passerelle quanto in tv, sono le sue creazioni a parlare anche laddove le parole non arrivano.

I vestiti che creo sono la mia autobiografia. Rappresentano la calma elegante a cui aspiro e i danni che ho fatto lungo la strada. Sono espressione di tenerezza e animo furente. Sono un’idealizzazione adolescente e la sua inevitabile sconfitta.

Rick Owens

Rick Owens

L’abbiamo visto, infatti, negli abiti indossati da Arisa al festival di Sanremo, o nell’ambito internazionale, durante alcuni red carpet di Hunter Schafer, Zendaya, Billie Eilish, Rosalia e Timothée Chamalet a cavallo tra il 2021 e il 2022. Ma a cosa dobbiamo questo suo successo? Ebbene, i fattori sono sicuramente molti, ma andiamo per gradi.

L’ideale estetico di Rick Owens

L’idea estetica di Rick Owens abbraccia le contraddizioni insite tanto nell’animo umano quanto nel percorso di vita che ciascuno affronta, ed è proprio nella sublimazione di queste che troviamo l’intimità delle sue collezioni. Anche lo sperimentalismo e l’instancabile ricerca rappresentano la base del brand, una spinta all’innovazione che trova armonia in un’idea di conservatorismo, di quelli che sono gli stilemi estetici Rick Owens.

Capisaldi della sua estetica sono uno stile fortemente geometrico, a tratti primitivo e primordiale, che si fonde a forme estreme ed esagerate, con un certo sex appeal. Ma qual è il ruolo della moda?

In più di un’occasione, il “Signore delle Tenebre” ha espresso il suo diktat: la moda e l’estetica svolgono un ruolo determinante per gli esseri umani, poiché parte integrante della cultura societaria, e in quanto tale, può diventare uno strumento per diffondere ideali o proteste. Secondo Rick Owens, modificare le convenzioni, talvolta imposte, può essere l’ideale massimo a cui tendere, nonché lo scopo più alto della moda, e così anche una particolare sneaker, o una gonna tagliata maniacalmente, o un puffy esagerato, possono rappresentare nuovi modi per influenzare il pensiero collettivo.

Libertà creativa, apertura mentale e aperta rivolta, dunque, sono le tre Grazie che guidano le sue creazioni, il tutto accompagnato da tecnica e studio sartoriale, per una moda che diventa voce di significati sottili, che concilia le opposizioni, e crea uno stile grunge ma sartoriale, minimalista ma squadrato e architettonico, sfruttando texture, volumi e materiali, in uno stile ibrido e avanguardista.

È il seme di qualcosa, energia che sto diffondendo. Quando creo degli abiti che spingono contro un bigottismo conservatore e intollerante, quando presento uno show che va contro tutto questo, incoraggiando altre persone a voler fare altrettanto, sento che sto facendo la cosa giusta e sento che è un atto politico in un modo molto molto sottile.

Rick Owens

Rick Owens

Le radici del brand, dalle catene nasce un inno alla libertà

Rick Owens è un sognatore, come tutti gli esseri umani, ma ha un’arma in più: il coraggio. Nell’eterna ricerca del bello, inseguendo l’indipendenza, l’archiviazione di generi e identità, cerca di scardinare i pregiudizi che ad essi si legano.

D’altronde, Rick Owens è il diretto frutto della sua famiglia. Nato nel 1962 nel cuore della California rurale, cresce sotto la stretta rigidità dei suoi genitori, e così mentre la madre gli insegnava a cucire, il padre lo iniziava ad Aristotele e a Wagner, e già da qui potremmo dedurne la drammatica solennità della sua formazione culturale. Anche nei suoi design ritorna quest’idea di infanzia soffocata, di formazione in una scuola cattolica dove le suore indossavano esclusivamente vesti drappeggiate e avvolgenti.

Prima all’Otis college of art and design poi al Los Angeles trade-technical college iniziò ad incanalare la sua creatività, e tutta la frustrazione di una giovinezza in catene, trovando ispirazione in quella suburbia decadente e underground. I suoi primi capi si sviluppano a partire dagli anni ’90, elaborati per gli amici, ricavati da stock di capi dell’esercito, presero vita giacche in pelle dalle maniche lunghissime, gonne dai tagli diagonali, pantaloni irregolari.

Cosa accade quando il glamour incontra il grunge? Nasce il “glunge”, coniato da e per lui stesso. Di qui in poi, complice l’aiuto della boutique di Charles Galley, la strada fu in discesa, e anche Courtney Love, Madonna, Iggy Pop, Anne Wintour, Kate Moss e molti altri iniziarono ad indossare e a sposare la sua ideologia. Il suo debutto risale al 2003, e fu un vero trionfo di forme, colori neutri, capi basici ma vissuti, inseguendo un’ideale di bellezza sovversiva, liberale, a tratti brutale e decadente, culture, couture e underground sartoriale.

Così come Aristotele e Wagner, ciascuno nel proprio ambito di pertinenza, anche il peregrinaggio di Rick Owens è materico e materiale, materialista e spirituale, e si esprime attraverso quelle che poi diventeranno la signature della sua estetica: tuniche strappate da alternarsi di drappeggi asimmetrici, l’esaltazione del destrutturato come unico modo per comprendere le contraddizioni del reale, le iconiche Geobasket, dalla forma esagerata a metà tra una sneaker e uno stivale dell’esercito, il tutto espresso da un linguaggio liquido e senza confini di sorta.

Chiunque può sentirsi se stesso, con Rick Owens

L’eclettismo di Rick Owens è perfettamente rappresentato sia dal portfolio collaborativo passato e presente, sia da tutte le celebrity che scelgono di indossare i suoi capi. La tela prediletta su cui esprimere il suo sperimentalismo sono le sue sneaker: le Geobasket, una silhouette alta, conturbante, che esprime la sua forza grazie ai lacci in cui è imbrigliata. Proprio questa scultura in miniatura è l’ispirazione di tutte le scarpe in collaborazione. Alte, provocanti, a tratti disturbanti, non convenzionali, due identità che si fondono in una nuova creazione.

E così, come ciascun brand, tra cui adidas, Veja, Dr. Martens, e Converse, ha trovato la sua dimensione in collaborazione con Rick Owens, sono anche ambassador, influencer, artisti e star che decidono di indossare il marchio. Questo accade quando, in una visione globale del tuo ruolo, dove riconosci l’importanza delle differenze e la loro valorizzazione, riesci ad abbracciare più realtà diverse, senza invaderle né snaturarle.

Sanremo è stato solo l’ultimo dei casi, con tutti i suoi look scintillanti e le regole stilistiche infrante, che ha visto ben due persone con lo stesso outfit, e appunto, firmato Owens. Nel panorama internazionale, è stato Lewis Hamilton l’ultimo ad aver scelto un look nero, minimalista e colossale, composto da un un top in maglia senza maniche, pantaloni ultra-baggy e stivali, tutti delle collezioni Primavera/Estate 2023 e Autunno/Inverno 2023 dell’etichetta.

Tutte celebrity di diverso calibro, oltre al pilota, Billie Eilish, J Balvin, Hunter Schafer, Kylie Jenner, Justin Bieber, The Weeknd e tanti altri. Ancora una volta, il capo più apprezzato sono le sneaker dal taglio alto, in varie nuance cromatiche, che valorizzano un outfit basico, rendendosi un capo da possedere assolutamente. Oltre ciò, le forme geometriche si collocano al secondo posto, a dare solennità alle texture scelte, e alla personalità che le sceglie. Anche Rihanna non riesce a rinunciare a Rick Owens, sfoggiandolo alla premiere di Black Panther in color khaki, con corpetto aderente e dettagli strutturali attorno la gonna, completamente tempestato da paillettes.

L’impresa più difficile, guardando al fascinoso e immenso mondo di Rick Owens, è non sentirsi rappresentati. Tante star, tante occasioni, come tante le esperienze che il designer americano ha collezionato per arrivare alla ricchezza creativa in cui orchestra perfettamente il suo brand, e la cosa più sensazionale di tutto ciò, è che tutto e tutti, in questo mosaico, hanno uno spazio di insostituibile unicità.

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